Emma Castelnuovo, Radici e ragioni di un metodo, una conversazione a cura di Franco Lorenzoni

In occasione dei 100 anni di Emma Castelnuovo, che compirà il 12 dicembre 2013, ripubblichiamo una sua conversazione a cura di Franco Lorenzoni, realizzata nell’estate 2007 e pubblicata ne

L’Officina matematica” edizioni La Meridiana (Molfetta 2007).

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Roberta Passoni A PARTIRE DA UN LIBRO Imparare a leggere e imparare ad amare i libri nella scuola primaria. Prefazione di Andrea Canevaro

Roberta Passoni

A PARTIRE DA UN LIBRO

Imparare a leggere e imparare ad amare i libri nella scuola primaria

prefazione di Andrea Canevaro

edizioni junior  BIBLIOTECA DI LAVORO DELL’INSEGNANTE Movimento di cooperazione educativa

 

La scuola primaria insegna a leggere, ma troppo raramente educa bambine e bambini ad incontrare e amare i libri e la lettura. In queste pagine si affronta passo dopo passo il problema dell’educazione alla lettura nel suo senso più ampio, attraverso il racconto di esperienze realizzate. Leggere dà la possibilità di scoprire e amare il bello. L’esperienza di incontro con Shakespeare, Platone o con Omero, letto in classe integralmente, dimostra che i bambini sono capaci di ascoltare parole difficili attratti dai grandi temi e dalla profondità che stimola loro un incontro lungo e approfondito con la grande letteratura. Perché allora triturare in piccoli assaggi un po’ insipidi adatti a bambini il ricchissimo patrimonio che la letteratura ci offre? In questo libro si dimostra che i bambini possono diventare protagonisti dei propri percorsi di ricerca, usando i libri come specchi per capire qualcosa di più di se stessi. Questo manuale creativo di introduzione alla lettura offre innumerevoli spunti molto concreti: da come invogliare alla lettura di un libro a come allestire una biblioteca in classe. Fornisce inoltre un’articolata bibliografia di letteratura per l’infanzia a chi desidera offrire ai bambini libri capaci di appassionarli e metterli in movimento. Roberta Passoni è stata insegnante di sostegno, è madre di un ragazzo disabile e dedica tutte le sue energie, nella scuola e fuori, a un’idea di educazione fondata sull’inclusione. In questa sua battaglia, in un tempo in cui riemergono vecchie e nuove forme di discriminazione, Roberta trova alimento e forza nella letteratura, suo grande amore, che nel suo fare quotidiano diventa campo

di esperienza dove sperimentare con coraggio un’idea di educazione capace di non escludere mai nessuno.

 

Roberta Passoni è insegnante di scuola primaria e promuove percorsi per l’inclusione. Da tredici anni cura progetti lettura nelle scuole dell’Infanzia, nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. Fa parte del MCE e coordina le attività educative della Casa-laboratorio di Cenci. Da anni promuove una ricerca sull’oralità e corsi sulla narrazione come strumento per l’apprendimento dell’italiano per gli stranieri. Ha pubblicato diversi articoli per Cooperazione Educativa, Gli asini, Rassegna dell’istruzione.

 

INDICE DEL VOLUME

Prefazione di Andrea Canevaro

Introduzione Lettura e letteratura in classe come possibilità di aprire mondi

Ogni libro è un mondo 

Macbeth a Penna in Teverina • Ritrovarsi in via Pal • Le inutili infinite battaglie del burro • Drilla: la grammatica è anche un gioco • In prima, sotto un ciliegio • Un anno con Ulisse • In viaggio con il bambino Oceano

Libri da scrivere

Una principessa somala a Giove • Scrivere una storia con l’arte

Fare spazio ai libri

Una biblioteca in ogni classe • Un progetto per diffondere l’amore per la lettura • Raccontare il Simposio in prima elementare

Appendice  Libri tra i più letti ed amati dai bambini di Giove

 

ISBN: 978-88-8434-510-3 – Ed. nov. 2013 — Pag.103- € 9,80 i.i.

edizioni Junior Spaggiari edizioni  Si può richiedere a Cenci o presso le sedi Mce

mce-roma@tin.it mce-ve@virgilio.it –  junior@edizionijunior.it

GLI ASINI, indice della rivista n. 18. Valutazione e meritocrazia. una introduzione

L’INDICE DELLA RIVISTA: http://www.asinoedizioni.it/products-page/rivista/gli-asini-n-18-ottobre-novembre-2013/

 

 

Lo speciale – Valutazione e meritocrazia

 

cover_asini_18Il merito è importante, ci mancherebbe. Anche noi asini ne conveniamo. La Costituzione lo sancisce con uno dei suoi passaggi più belli e con la formula più socialista e meno statalista che potesse trovare: rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale affinché ognuno, traduciamo e sintetizziamo, abbia quanto gli è necessario e dia quanto può e vuole.

Valutare – attività umana essenziale a ogni vero processo formativo, democratico, scientifico, culturale – significa in ultima istanza giudicare, criticare, prendere posizione. E in certi casi anche sancire un merito. Ma se abbiamo deciso di analizzare e sottoporre a critica con un numero speciale della rivista queste due categorie ormai penetrate in ogni ambito del discorso educativo è perché la ricaduta e gli effetti che esse hanno sul nostro sistema di istruzione e sulla pratica di insegnanti ed educatori svelano un avvenuto pervertimento del loro significato originale.

Valutazione e meritocrazia sono un esempio di quei concetti di plastica propri di una cultura allo sbando, che garantiscono il consenso perché “dicono” una cosa ma ne “fanno” un’altra. Promettono la cancellazione dei privilegi nel nome della neutralità della tecnica, ma li consolidano selezionando sulla base di criteri che poco hanno a che vedere con la libera crescita degli individui e molto con la necessità di incasellarli in ruoli predefiniti.

Pur essendo inevitabile allargare il ragionamento a tutte le mille forme in cui l’ideologia della valutazione condiziona quasi ogni ambito del lavoro sociale e culturale, non potevamo che prendere le mosse da quanto sta avvenendo a scuola. La diffusione ormai capillare in ogni ordine e grado, dalle elementari all’università, delle prove Invalsi e di analoghi sistemi di valutazione sta riducendo la didattica di maestri e insegnanti (che già non se la passava troppo bene) a un addestramento meccanico per il supermento di test standardizzati. Da una parte e dall’altra della cattedra: non è escluso che presto, con metodi simili – come in parte già è avvenuto negli Stati Uniti e come abbiamo raccontato nel primo numero della rivista – gli alunni dovranno “meritarsi” la promozione, gli insegnanti lo stipendio e i dirigenti scolastici i finanziamenti necessari al funzionamento della propria scuola. Decida il lettore se si tratti di un piano intenzionale finalizzato a produrre ignoranza e a mantenere le divisioni, in termini di opportunità, che dividono i ricchi dai poveri, o piuttosto degli effetti collaterali di una macchina tecnocratica che, una volta messa in moto, ci è sfuggita di mano. Quello che è certo è che se da anni un movimento d’opinione, di cui anche noi ci sentiamo parte, analizza, critica e svela i lati grotteschi dei test prodotti dalle agenzie nazionali e internazionali di valutazione, non altrettanto efficacemente ha saputo inventare forme di opposizione e disobbedienza che ne arginasse l’infiltrazione in ogni ambito della vita quotidiana. Se non in situazioni isolate che sarà necessario continuare a scovare e connettere come abbiamo iniziato a fare con questo numero della rivista.

Proprio nei giorni in cui stavamo chiudendo questo numero speciale degli Asini moriva Marshall Berman, lucidissimo e appassionato critico sociale, il cui sguardo eclettico, anarchico e ironico lo distingueva dalla schiera lagnosa e rassegnata di tanti suoi “colleghi” critici della modernità. Il suo modernismo era molto semplicemente un’adesione totale e incondizionata al piacere della sfida, della critica, della pulsione creativa. Alla vita, insomma, ovunque essa si annidasse. Modernità e sue aberrazioni comprese. “Essere moderni”, scrisse lui a introduzione del suo capolavoro,L’esperienza della modernità, noi a viatico di questo numero degli Asini, “vuol dire vivere una vita imperniata sul paradosso e sulla contraddizione. Vuol dire essere continuamente sopraffatti da immense organizzazioni burocratiche che hanno il potere di controllare e, spesso, di distruggere ambienti, valori e vite. E tuttavia proseguire imperterriti nella propria determinazione di tener testa a queste forze, di combattere per cambiare il mondo e farlo proprio. Vuol dire essere rivoluzionari e conservatori a un tempo: consci delle nuove possibilità d’esperienza e d’avventura, terrorizzati dagli abissi nichilistici a cui conducono tante avventure moderne, desiderosi di creare qualcosa di reale proprio mentre tutto si dissolve nell’aria.” (Gli asini)

Per richiederne copia: abbonamenti@gliasini.it

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