Come si può parlare di filosofia con i bambini, di Alfonso M. Iacona

Una conferenza in cui si racconta del modo in cui si può parlare di filosofia con i bambini, dell’importanza della dimensione del gioco come capacità di saper entrare ed uscire dai contesti e del ruolo che ha questa capacità per conquistare una autonomia di pensiero che aiuti a divenire esseri umani autonomi e non sudditi.

parte 1 – https://www.youtube.com/watch?v=hzit4ZKY1x0
parte 2 – https://www.youtube.com/watch?v=4Y-1nj5DZow
parte 3 – https://www.youtube.com/watch?v=DNXjA47amSw
parte 4 – https://www.youtube.com/watch?v=tra4-XP55G0
parte 5 – https://www.youtube.com/watch?v=ImQwOOEAO9Y
parte 6 – https://www.youtube.com/watch?v=CqkXlvWrgxI

 

Prof. Alfonso M. Iacono
(docente di Storia della filosofia – Università di Pisa)
Progetto “Piccole ragioni. Filosofia con i bambini”
ottobre 2010 – febbraio 2011
Centro Culturale
Fondazione Collegio San Carlo

Gianfranco Zavalloni, maestro. il sito dedicato e un articolo di A. Vigilante

Visitate il sito dedicato al maestro Gianfranco Zavalloni

Scuola creativa, sito dedicato a Gianfranco Zavalloni, intuizioni … il suo cammino… per chi vuole proseguire

zavalloni

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Tre articoli sulla Finlandia. Il racconto di un insegnante elementare americano trasferitosi ad Helsinky, una sintesi del suo funzionamento e un resoconto approfondito sulla evoluzione del sistema scolastico.

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Peter Gray, Lasciateli giocare.

da L’Internazionale (12/2013)

Per approfondire si possono ascoltare le conferenze di Peter Gray (in inglese) a questi link:

https://www.youtube.com/watch?v=EFsLrdOX2vY (prima parte)

https://www.youtube.com/watch?v=PxR91b3dNtg (seconda parte)

https://www.youtube.com/watch?v=-Gnwz4aV-yc

Peter Gray ha recentemente pubblicato il libro “Free to learn”   http://www.freetolearnbook.com

L’ultimo articolo di Peter Gray qui (in inglese)

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Su Ivan Illich: Leggere il presente nello specchio del passato, di Filippo Trasatti – da A rivista anarchica

rivista anarchica
anno 33 n. 294
novembre 2003

dossier Illich

Leggere il presente nello specchio del passato
di Filippo Trasatti

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Sull’ultimo numero di AUTAUT: Critica della cultura della valutazione

a cura di Alessandro Dal Lago

Alessandro Dal Lago Premessa. La (s)valutazione della ricerca
Valeria Pinto La valutazione come strumento di intelligence e tecnologia di governo
Antonio Banfi, Giuseppe De Nicolao Valutare senza sapere. Come salvare la valutazione della ricerca in Italia da chi pretende di usarla senza conoscerla
Claudio La Rocca Commisurare la ricerca. Piccola teleologia della neovalutazione
Francesca Coin La valutazione dell’utilità e l’utilità della valutazione
Francesco Sylos Labini Una nota su valutazione e conformismo
Roberto Ciccarelli La bolla formativa è esplosa. Educazione, disciplinamento e crisi del soggetto imprenditore
Massimiliano Nicoli Come le falene. Precarietà e pratica della filosofia

MATERIALI
Michel Foucault
 Che cos’è un regime di verità? [1980]

INTERVENTI
Mario Novello
 Diagnosi psichiatrica e giustizia

 

ISBN 9788842819349
€ 19 cartaceo
€ 7,99 ebook
192 pagine

disponibile in libreria e anche su IBS e Amazon
in ebook formato ePub e kindle

 

 

UNA CITTÀ n. 208 / 2013 Dicembre – sommario

UNA CITTÀ n. 208 / 2013 Dicembre

LA CO­PER­TI­NA, dal Su­da­fri­ca, è de­di­ca­ta a Nel­son Man­de­la.
IL PO­TE­RE PE­NA­LE. Una ma­gi­stra­tu­ra sem­pre più te­sa a ri­sol­ve­re ina­dem­pien­ze, spes­so rea­li, del­l’am­mi­ni­stra­zio­ne e del­la po­li­ti­ca, in­ter­ve­nen­do di­ret­ta­men­te; un ruo­lo svol­to da sog­get­ti che si au­toin­ve­sto­no di gran­di re­spon­sa­bi­li­tà sen­za aver ri­ce­vu­to al­cu­na le­git­ti­ma­zio­ne de­mo­cra­ti­ca; la pa­le­se in­com­pa­ti­bi­li­tà tra co­di­ce ac­cu­sa­to­rio e ob­bli­ga­to­rie­tà del­l’a­zio­ne pe­na­le. In­ter­vi­sta a Gae­ta­no In­so­le­ra (da pag. 3 a pag. 6).
LA PA­GEL­LA IN PDF. Una scuo­la del pia­cen­ti­no da un an­no ha de­ci­so di di­mez­za­re i co­sti dei li­bri sco­la­sti­ci e in cam­bio ha chie­sto ai ge­ni­to­ri di do­ta­re i fi­gli di un ta­blet; uno stru­men­to ver­sa­ti­le che im­po­ne uno sti­le di in­se­gna­men­to di­ver­so e an­che un ri­pen­sa­men­to de­gli spa­zi; l’im­por­tan­za di un cor­po in­se­gnan­te af­fia­ta­to e di una ve­ra scuo­la di co­mu­ni­tà. In­ter­vi­sta a Da­nie­le Bar­ca, An­ge­lo Bar­di­ni e Giu­sy Val­li­sa (da pag. 7 a pag. 11).
IL MA­STER DEL­LA MA­TER­NI­TA’. Di ri­tor­no da un’e­spe­rien­za al­l’e­ste­ro, la cre­scen­te in­sof­fe­ren­za per un mo­do di la­vo­ra­re “vec­chio”, con rit­mi e ora­ri ri­gi­di, che di­ven­ta del tut­to in­so­ste­ni­bi­le al­l’ar­ri­vo di un fi­glio; la vo­glia di spe­ri­men­ta­re qual­co­sa di di­ver­so in pri­ma per­so­na, l’i­dea di uno spa­zio di co-wor­king pen­sa­to so­prat­tut­to per le don­ne e do­ta­to di co-ba­by; la sfi­da di far del­la ma­ter­ni­tà un mo­men­to di for­ma­zio­ne. In­ter­vi­sta a Ric­car­da Zez­za (da pag. 12 a pag. 15).
HI­GH PER­FOR­MAN­CE WORK PRAC­TI­CES. Coin­vol­gi­men­to dei la­vo­ra­to­ri, fles­si­bi­li­tà de­gli ora­ri, for­ma­zio­ne, la­vo­ro in squa­dra, in­cen­ti­vi, wel­fa­re azien­da­le: lad­do­ve i la­vo­ra­to­ri so­no di­spo­sti a scam­bia­re più au­to­no­mia con più re­spon­sa­bi­li­tà, il ma­na­ge­ment sa de­le­ga­re e le Rsu non si sen­to­no mi­nac­cia­te, non so­lo si la­vo­ra me­glio, ma la pro­dut­ti­vi­tà au­men­ta e i co­sti di­mi­nui­sco­no, con­di­zio­ni fon­da­men­ta­li per es­se­re com­pe­ti­ti­vi nel mer­ca­to glo­ba­le. Lu­cia­no Pe­ro e An­na Pon­zel­li­ni ana­liz­za­no al­cu­ni ca­si di stu­dio ( da pag. 16 a pag. 21).
LA STO­RIA DI BI­L­JA­NA. Man­da­ta al nord con lo sti­pen­dio di im­pie­ga­ta ad apri­re la nuo­va se­de di un’a­zien­da che ope­ra in am­bi­to sa­ni­ta­rio; un la­vo­ro svol­to con pas­sio­ne, de­di­zio­ne e an­che sod­di­sfa­zio­ne che pe­rò sten­ta a tro­va­re un cor­ri­spet­ti­vo nel­lo sti­pen­dio, lo stress che au­men­ta, il neo­lau­rea­to che, di pun­to in bian­co, ar­ri­va e la de­man­sio­na, il mob­bing… Per “ap­pun­ti di la­vo­ro”, la sto­ria di Bi­ljana, di Mas­si­mo Ti­rel­li (pag. 22).
TO­TAL­LY LO­ST. Nel­le “cen­tra­li” im­ma­gi­ni trat­te da una mo­stra fo­to­gra­fi­ca, a cu­ra di Spa­zi In­de­ci­si.
SI IN­TI­TO­LA­VA “PRO­TE­STO”. Un’in­fan­zia mo­vi­men­ta­ta, re­sa più lie­ve da una straor­di­na­ria pas­sio­ne per i li­bri tra­smes­sa dal­la ma­dre; l’e­spe­ri­men­to dei “ra­tas pe­lo­sas”, in cui dei gio­va­nis­si­mi bra­si­lia­ni fe­ce­ro del­la nar­ra­ti­va un’ar­ma di re­si­sten­za al­la dit­ta­tu­ra; i mi­gran­ti scrit­to­ri e gli scrit­to­ri mi­gran­ti: un au­ten­ti­co pa­tri­mo­nio di cui il no­stro pae­se non si è nem­me­no ac­cor­to. In­ter­vi­sta a Ju­lio Mon­tei­ro Mar­tins (da pag. 27 a pag. 29).
UN PEN­SA­TO­RE LI­BE­RO. Ezio Ta­ran­tel­li, un gran la­vo­ra­to­re, un edu­ca­to­re che sa­pe­va com­bi­na­re gio­co, in­ven­ti­va e di­sci­pli­na; il pro­to­col­lo La­ma-Agnel­li del ‘75 sul­la sca­la mo­bi­le e la sua pre­vi­sio­ne sul pe­ri­co­lo di in­fla­zio­ne; il duel­lo fra Cra­xi, Ber­lin­guer e la Cgil e la de­ci­sio­ne del­le Bri­ga­te Ros­se di in­se­rir­si in quel cli­ma di scon­tro; un uo­mo pon­te fra va­rie isti­tu­zio­ni. In­ter­vi­sta a Lu­ca Ta­ran­tel­li (pag. 30-31).
LA GROT­TA DI PA­ROS. Due per­so­ne, Ni­co­la Chia­ro­mon­te e Me­la­nie von Na­gel, suo­ra di clau­su­ra, che han­no co­no­sciu­to l’e­si­lio, se­gna­te en­tram­be dal­le vi­cen­de del­la sto­ria, en­tram­be “iso­la­te” an­che se per scel­te di­ver­se, ma ap­pas­sio­na­te del mon­do e del­l’uo­mo, si in­con­tra­no e in­sie­me cer­ca­no la ve­ri­tà, scri­ven­do­si, per an­ni, tre vol­te al­la set­ti­ma­na… Pub­bli­chia­mo una par­te del­l’in­tro­du­zio­ne di Ce­sa­re Pa­niz­za a Fra me e te la ve­ri­tà, il vo­lu­me che rac­co­glie 103 let­te­re di Ni­co­la Chia­ro­mon­te a Me­la­nie von Na­gel (da pag. 32 a pag. 37).
LET­TE­RE. Ma­rio Tru­du, er­ga­sto­la­no osta­ti­vo, cioè sen­za al­cu­na spe­ran­za di usci­re, mai, fa una mo­de­sta pro­po­sta ai po­li­ti­ci; Be­lo­na Gree­n­wood, da Nor­wi­ch, In­ghil­ter­ra, ci man­da un rac­con­to di Na­ta­le e ci spie­ga per­ché ne­gli ospe­da­li del Re­gno Uni­to è più fa­ci­le mo­ri­re nel wee­kend che du­ran­te la set­ti­ma­na.
LA SVOL­TA DEL­LA CI­NA. Per la ru­bri­ca “neo­de­mos”, Ste­ve S. Mor­gan rac­con­ta i con­tro­ver­si ef­fet­ti del­la de­ci­sio­ne del co­mi­ta­to cen­tra­le del Par­ti­to co­mu­ni­sta ci­ne­se di por­re fi­ne al­la po­li­ti­ca del fi­glio uni­co.
LA VI­SI­TA è al­la tom­ba di Cle­men­te Re­bo­ra. Ini­zia­mo a ri­cor­da­re il cen­te­na­rio del­la Pri­ma guer­ra mon­dia­le con il suo “Via­ti­co”.
AP­PUN­TI DI UN ME­SE. Si par­la del de­sti­no del li­bro nel­l’e­ra di­gi­ta­le; del­la mae­stra My­riam e del me­to­do del­le “scuo­le nuo­ve” che in Co­lom­bia ha fat­to sì che le scuo­le di cam­pa­gna va­da­no me­glio di quel­le di cit­tà; di don­ne sen­za fi­gli; di una ta­vo­la ro­ton­da del 1958 sul ca­so Pa­ster­nak, del­le email a cui in Fran­cia le isti­tu­zio­ni ri­spon­do­no tem­pe­sti­va­men­te e qui no; di car­ce­re; del­le no­ve mas­si­me ga­ran­ti­ste pro­po­ste da Lui­gi Fer­ra­jo­li che ha ri­cor­da­to, tra l’al­tro, che giu­ri­spru­den­za vuol di­re “pru­den­za” nel giu­di­zio; ec­ce­te­ra ec­ce­te­ra (da pag. 38 a pag. 45).
L’O­SPI­ZIO DE­GLI IN­VA­LI­DI. “Ma il re­sto del­l’an­no i due bam­bi­ni si re­ca­va­no nel­l’O­spi­zio de­gli In­va­li­di di Kou­ba, do­ve la ma­dre di Pier­re, do­po aver la­scia­to l’im­pie­go al­le po­ste, era ca­po-guar­da­ro­bie­ra. Kou­ba era il no­me d’u­na col­li­na a orien­te di Al­ge­ri, a un ca­po­li­nea tram­via­rio…”; per il “re­print” pub­bli­chia­mo un rac­con­to di Al­bert Ca­mus usci­to su “Tem­po pre­sen­te” nel 1964.

Un corpo insegnante affiatato e una vera scuola di comunità

LA PAGELLA IN PDF

Una scuola del piacentino da un anno ha deciso di dimezzare i costi dei libri scolastici e in cambio ha chiesto ai genitori di dotare i figli di un tablet; uno strumento versatile che impone uno stile di insegnamento diverso e anche un ripensamento degli spazi; l’importanza di un corpo insegnante affiatato e di una vera scuola di comunità. Intervista a Daniele Barca, Angelo Bardini e Giusy Vallisa.

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Lo sport fa bene? Se potessi tornare bambino penso che mi piacerebbe scrivere una lettera…

 

Se potessi tornare bambino penso che mi piacerebbe scrivere una lettera, magari, a mio padre, e dirgli: «Caro papà, lo sai che quasi mi mettevo a piangere dalla rabbia domenica quando ti sei attaccato alla rete urlando contro l’arbitro? Io non ti avevo mai visto così arrabbiato. Forse sarà anche vero che lui (l’arbitro) ha sbagliato; ma quante volte io ho fatto degli errori senza che tu dicessi niente?

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Io non so dare un voto, di Marta Gatti, da Gli Asini n. 18 – L’esperienza di una maestra elementare alle prese con la valutazione. allegate le schede di autovalutazione ed altro materiale didattico

Di mestiere faccio la maestra. Mi piace la parola “mestiere”, che è diversa da “lavoro”, perché penso che fare la maestra abbia a che fare con l’arte/l’artigianato e l’uso delle mani. Impari con l’esperienza a modellare una relazione educativa che permetta ai protagonisti dell’apprendimento di stare bene a scuola. Impari con l’esperienza l’arte di insegnare attraverso la pratica e l’uso costante del fare.

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Tra peluche e cinismo, di Giuseppe Montesano. da “Gli Asini” n. 11 “Ma la vera realtà delle scuole tra Napoli e Caserta è quella dell’obbligo: lì la catastrofe è già avvenuta…”

Io sono un privilegiato: insegnando al liceo la mia platea è diversa da quella delle scuole medie, degli istituti tecnici e professionali. Piccola e media borghesia. È più facile lavorare. Ma la vera realtà delle scuole tra Napoli e Caserta è quella dell’obbligo: lì la catastrofe è già avvenuta, nel senso che tutte le tecniche pedagogiche non hanno senso quando intorno non funziona niente e la scuola non ha un ruolo centrale nella società, ma ne è soltanto un’appendice; quindi il suo malessere è solo sintomatico di un male più vasto ed enfatizzare le responsabilità della scuola è una fissazione da politici, per scaricare le responsabilità.

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LA POSSIBILITA’ DELL’AUTONOMIA La proposta di avviare un’esperienza di scuole pubbliche, del tutto finanziate dallo stato. Intervista ad Andrea Ichino

La proposta di avviare un’esperienza di scuole pubbliche, del tutto finanziate dallo stato, ma gestite in piena autonomia da privati in stretto rapporto coi genitori; allo Stato il compito dell’informazione e degli esami di stato; l’esperienza delle free school e delle charter school; la libertà nell’assunzione degli insegnanti e la varietà degli indirizzi. Intervista ad Andrea Ichino.

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