Attività del Centro Pandora

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PRESENTAZIONE DELLE ATTIVITA’ DEL CENTRO PANDORA che ha sede a Mestre all’interno del parco cittadino di Forte Marghera

Posted on 20 novembre 2014 by Andrea Sola

 Il Centro Pandora è impegnato nella costruzione di esperienze educative basate sui principi della libertà e  del rispetto dei bambini e dei ragazzi; si propone inoltre di costruire occasioni di discussione e confronto per affrontare i problemi dei giovani a partire dalla centralità del rapporto educativo.
 
Il Centro Pandora ha sede a Mestre all’interno del parco cittadino di Forte Marghera ed è impegnato nella difesa della sua vocazione a finalità di carattere sociale ed aperte alla pubblica fruizione. Promuove da 10 anni varie attività rivolte ad un pubblico di adulti e bambini che hanno al centro le pratiche artistiche e la manualità artigiana. I progetti educativi rivolti ai più giovani vogliono favorire una loro costante presenza in questo spazio; per questo promuove la frequenza delle scuole della zona e di diverse realtà locali caratterizzate dalla marginalità sociale e culturale. 

Il Centro Pandora conduce diverse attività nell’ambito della educazione attiva sia in ambito extrascolastico che all’interno della scuola pubblica: centri estivi, doposcuola e interventi specifici per le scuole.

Le nostre proposte formative partono dalla realtà concreta che costituisce la vita del giovane (le passioni, i gusti, i problemi psicologici e materiali). Noi crediamo nel valore di tutte le forme di apprendimento: il gioco, il movimento, la cura dei sentimenti, l’espressione artistica e musicale, sono considerati parte integrante della crescita e della formazione della persona.

Nella conduzione dei nostri progetti ci basiamo su alcuni semplici principi di educazione attiva che si possono così sintetizzare: non imposizione delle attività e centralità della modalità dell’apprendimento ludico, partire dagli interessi dei bambini e rispettare le diversità dei singoli, gratificare l’impegno ma astenersi da giudizi di valore, favorire un clima di collaborazione che superi le difficoltà della convivenza.

LE PROPOSTE PER LE SCUOLE

IL GESTO E LA PAROLA

Laboratori di narrazioni per immagini con l’uso dell’argilla, della pittura e delle immagini digitali. 

I laboratori che si stanno sperimentando in contesti scolastici ed extra scolastici, e che abbiamo chiamato “Il gesto e la parola”, vogliono avvicinare i bambini al mezzo espressivo estetico attraverso la strada della narrazione (anche autobiografica) per immagini.

I bambini vengono invitati ad elaborare, individualmente o collettivamente, racconti reali o di fantasia che poi traducono in figure attraverso il dipinto e la modellazione con l’argilla.

Nella nostra esperienza l’utilizzazione dell’argilla si è dimostrata uno strumento ricchissimo di potenzialità da molteplici punti di vista: l’atto del plasmare è così coinvolgente per i bambini di tutte le età che sembra rispondere ad un bisogno primordiale. La ricchezza di stimoli e sfide che suscita la modellazione la fa essere un po’ il simbolo della manualità: si passa quasi impercettibilmente dal puro piacere della manipolazione senza rappresentazione alla costruzione complessa e sottoposta a regole.

I laboratori si basano sulla interazione di diverse modalità espressive in un’unica esperienza comunicativa: la narrazione con parole, la rappresentazione per immagini pittoriche e plastiche, l’uso degli strumenti audiovisivi per la registrazione delle voci narranti e delle opere realizzate non sono fasi di lavoro staccate e successive, ma piani di espressione e comunicazione che si supportano e si valorizzano reciprocamente facendo emergere l’individualità di ognuno.

In questi laboratori viene infatti impiegato regolarmente l’utilizzo di mezzi multimediali per la raccolta e la sistematizzazione dei materiali prodotti, che vengono opportunamente registrati e documentati con mezzi fotografici e video e montati in filmati poi riprodotti e distribuiti a tutti i partecipanti a conclusione del percorso.

La pratica della documentazione audio e video che, quando è possibile, viene realizzata coinvolgendo i bambini stessi anche nelle fasi del montaggio, è funzionale all’intento di mettere al centro dell’interesse il percorso creativo: è una forma di rafforzamento dell’identità attraverso il riconoscimento del proprio operato in un oggetto permanente.

Le videostorie così prodotte sono insieme un momento di autorispecchiamento e una testimonianza che rimane nel tempo, del percorso personale di ciascun bambino; rendono inoltre praticabili forme di condivisione e socializzazione delle esperienze. (vedi alcuni esempi di videostorie)

La elaborazione in immagini delle narrazioni comporta una  presa di coscienza dell’importanza della componente figurativa nella descrizione della realtà. L’uso delle immagini consente di superare le frequenti difficoltà nell’utilizzo dell’espressione verbale nella narrazione di eventi emotivamente importanti. E’ noto come l’espressione  plastica e pittorica riesca a liberare stati interni che altrimenti non riuscirebbero ad essere verbalizzati: questa caratteristica può essere impiegata senza finalità esplicitamente terapeutiche in contesti in cui l’obiettivo sia quella dello sviluppo della comunicazione, intesa sia come  stimolo all’espressione ed al racconto di sé, sia come socializzazione delle esperienze individuali. Ho spesso potuto verificare come il mezzo espressivo utilizzato condizioni i contenuti stessi, ad esempio, del ricordo autobiografico: lo stessa esperienza, sopratutto se emotivamente coinvolgente, può spesso trovare una via di comunicazione attraverso la rappresentazione per immagini (particolarmente con l’argilla) e rimanere invece assolutamente invisibile se ci si limita alla parola.

Ho condotto diversi laboratori di questo genere nei centri di prima accoglienza e nelle scuole di italiano per stranieri ed ho potuto constatare come l’utilizzo della narrazione per immagini sia un mezzo particolarmente adatto per facilitare la comunicazione in  gruppi multilinguistici: l’ostacolo della lingua non è più sentito come tale, vista la universalità del linguaggio figurativo.

In generale l’accostamento di linguaggi espressivi diversi va contro l’abitudine a pensare alle cose traducendo il loro contenuto emotivo e conoscitivo in concetti intellettuali che sono univoci, rigidi, non ambigui. Le visioni delle esperienze che formiamo nella nostra mente vengono gradualmente espulse dal nostro orizzonte: quanto più si procede con l’età tanto più la pratica estetica-immaginativa viene accantonata e delegittimata, riducendola ad una attività marginale, slegata da qualsiasi relazione con le altre pratiche intellettive. Si tratta quindi di aiutare i bambini a tradurre in immagini esperienze interiori come le emozioni, i ricordi, i sogni, le visioni.

In ambito scolastico questo modo di procedere potrebbe essere uno stimolo al superamento delle rigide divisioni tra materie letterarie ed artistiche cui siamo purtroppo abituati.

Centro Pandora    www.corsipandora.com

Forte Marghera, Mestre-Venezia, tel 3381376675 – info@corsipandora.it

Il dopononscuola di Forte Marghera: video

Il dopononscuola, un articolo di presentazione

Una intervista di “Una Città” ad Andrea Sola sull’attività del dopononscuola

Un articolo sulle attività di Andrea Sola del Centro Pandora

reprint della rivista “Pandora, laboratori dell’arte applicata”, anno 1, n. 1 , 1993

IL “DOPONONSCUOLA ” di Forte Marghera (2013\15)

Questa attività extrascolastica vuole offrire alle famiglie l’opportunità di far vivere ai bambini una esperienza di socialità diversa da quelle usuali, basata sull’accoglienza dei bambini in uno spazio a loro dedicato in un contesto in cui le varie attività non siano finalizzate a priori (non una serie di “corsi” o laboratori specifici), ma lascino ai bambini la possibilità di sviluppare liberamente i loro interessi, offrendo loro un’ ampia serie di alternative possibili.

Il gioco in questo contesto non viene considerato un’ attività in contrasto con l’apprendimento, ma è ritenuto la modalità fondamentale attraverso cui esso avviene; il nostro modo di operare e stare vicini ai bambini si basa quindi  sul principio della loro libera adesione alle diverse forme di espressione ed esperienza (creta, pittura, costruzioni, fotografia e strumenti multimediali, rapporto con la natura, navigazione lagunare, ecc) e non prevede alcuna forma di costrizione (nemmeno mascherata  sotto forma di persuasione): siamo convinti che il vero apprendimento avvenga solo se è motivato da un interesse reale e che l’intervento degli adulti debba rispettare l’autonomia e le caratteristiche dei singoli individui. Per noi i bambini sono prima di tutto individui singolari e quindi diversi l’uno dall’altro, che vanno quindi sempre rispettati come tali.

Crediamo che per i bambini sia importante poter avere a disposizione uno spazio loro dedicato che possano col tempo sentire come proprio: dove sapere che possono ritrovarsi anche solo per il gusto di stare insieme, in cui lasciare e trovare le cose che hanno fatto, gli strumenti che hanno imparato ad utilizzare, insomma tutte le tracce materiali e spirituali del loro impegno giocoso.

Crediamo che lo spazio del laboratorio e quello straordinario e ancora protetto di Forte Marghera abbiano le caratteristiche ottimali per questo genere di fruizione.

Più in generale siamo convinti che oggi i bambini siano sottoposti a un eccesso di obblighi ed attività finalizzate che non lasciano spazio per una loro libera adesione e che li costringono, anche se in maniera non dichiarata, al raggiungimento di obbiettivi predeterminati. Pensiamo alla pratica degli sport ed alla frequenza ai corsi di varia natura, oggi attività quanto mai invasive sin dai primissimi anni.

Lo sport è quasi sempre dominato dalla competizione o comunque alla propensione alla misurazione del valore personale sulla prestazione fisica. Purtroppo ad oggi manca una seria critica a questa prassi che viene giustificata da due argomenti apparentemente “forti”: il bisogno di movimento (a cui si può facilmente obbiettare che ad esempio le particelle a calcio nei prati o nei cortili svolte in maniera informale, o delle passeggiate in campagna rispondono benissimo a questo scopo) e il fatto che ai bambini piace molto: ma il “piacere” è un valore che non può essere lasciato nella indeterminatezza: ai bimbi possono piacere moltissime cose, ma guarda caso solo determinati piaceri vengono riconosciuti come legittimi: quelli che corrispondono ai valori dell’affermazione nelle prestazioni che appartengono al mondo adulto (che vengono quindi caricati di aspettative molto forti); mentre sono destituiti di valore tutti quelli che appartengono solo all’universo dei piccoli. Prendiamo ad esempio l’affermazione, che solo i bambini usano, di “giocare bene”, che significa immedesimarsi pienamente in una finzione, in un gioco: ben raramente le viene data importanza quando si deve decidere cosa far fare ai bambini.

L’altro tipo di attività proposta massicciamente ai bambini è quella dei corsi, che, al di là della qualità e della natura specifica dei contenuti, hanno tutti come denominatore comune quello di essere attività finalizzate ad un argomento definito. In realtà questa specie di ossessione ad istruire deriva da una concezione dell’apprendimento che riesce a considerare soltanto i saperi preconfezionati, misurabili, spendibili quindi anche in termini di prestigio ed autogratificazione (dei genitori naturalmente, sempre più insicuri sulle loro capacità educative e formative).

Noi siamo dell’avviso che nemmeno a scuola, e massimamente nel ciclo delle primarie, si dovrebbe centrare lo svolgimento delle materie su programmazioni rigide e predeterminate, ma almeno dopo 5 o 8 ore di scuola fatta come sappiamo, sembra davvero eccessivo che si vogliano ancora sottoporre i bambini ad altre attività di tipo prescrittivo.

Anno 2013: un centro estivo di educazione attiva