The interview was made by Andre Sola during the Eudec conference in Sofia (August 2033)
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Sébastien Faure, La Ruche una comunità anarchica per l’educazione dei bambini. Introduzione di Filippo Trasatti
Una Città, l’indice dell’ultimo numero (217)
UNA CITTÀ n. 217 / 2014Novembre
Il venerdì dei bancali
Una logistica efficiente e sostenibile per i Gas
Intervista a Franco Ferrario
Presunto evasore
Il rapporto tra Fisco e cittadino
Intervista ad Andrea Carinci
La relazione che usura
Il burn-out degli insegnanti
Intervista a Vittorio Lodolo D’Oria
Costi e benefici dell’immigrazione
Da neodemos.it
Intervento di di E. Di Pasquale, A. Stuppini, C. Tronchin
È tutta una questione di fiducia
La ricetta della scuola finlandese
Intervista a Kari Louhivuori
Innovazione, mestieri, lavoro
Knowledge Economy e tassi di disoccupazione
Intervento di Francesco Ciafaloni
Il caso dei Vpo
La legge arriva in Tribunale
Intervento di Massimo Tirelli
Un affresco del lavoro
Una recensione all’ultimo libro di Guido Baglioni
Intervento di Anna M. Ponzellini
Uuuuuu…
Come si scrive un suono?
Intervista a Boris Porena e Paola Bucan
La città di pietra e la città di macuti
La storia di Ilha de Moçambique
Intervista a Jens Hougaard
Il grande e il piccolo
La fisica e le sue due descrizioni del mondo
Intervista a Carlo Rovelli
Lo zelo italiano
Il Fascismo e le leggi razziali
Intervista a Marie-Anne Matard Bonucci
“Ngo yiu”, “Voglio”
L’ultimo giorno di Occupy Hong Kong
Lettera di Ilaria Maria Sala
I fantasmi del Natale passato
Il cuore innocente del Natale
Lettera di Belona Greenwood
Acqua e argania
Una cooperativa di donne marocchine
Lettera di Emanuele Maspoli
Senza dubbio, gli anni della guerra…
L’epopea dei generali inglesi nell’Appennino nel ’43
Intervento di Michael B. Todhunter
La grande fuga e la trafila democratica
Intervento di Ennio Bonali
La visita
Alla tomba di Renato Serra
La copertina, con Redipuglia, è dedicata alla patria. Siamo al dunque. Al dunque di un Risorgimento glorioso seguito da un trentennio da incubo, fatto di aste truccate, di arrembaggio alle terre della chiesa e del demanio da parte di benestanti e di benpensanti, di corporazioni senza alcun senso di un bene comune che non fosse il loro, di uno Stato centrale corrotto e corruttore, dedito ad asservire e asservirsi. La legalità è sempre stata quella. Perché mai la stragrande maggioranza dei cittadini non avrebbe dovuto “rispettarla”? Poi la statolatria della sinistra marxista e quella del fascismo e infine la disonestà intellettuale di buona parte della classe dirigente antifascista che, pur professandola, non ha mai creduto nella libertà e nella responsabilità dell’individuo e nella capacità democratica del popolo, ha fatto sì che, al fondo, lo Stato non cambiasse e con lui neppure la nostra coscienza civica. Siamo sempre lì, alle aste truccate. E la retorica nazionale e democratica è ormai solo bolsa e ridicola. Dunque?
Torniamo a parlare di scuola con Vittorio Lodolo d’Oria, medico, già componente del collegio medico della Asl di Milano per l’inabilità al lavoro, che, a partire dalla propria esperienza, affronta un tema, quello dell’usura psichica degli insegnanti, molto delicato, tant’è che quasi nessuno ne parla, neanche il sindacato per il timore che allo stereotipo del fannullone si aggiunga quello del “matto”; così gli insegnanti, alle prese con classi sempre più numerose e faticose, finiscono col rimanere soli con il loro disagio e i loro sensi di colpa. Mentre in Francia, Gran Bretagna e Giappone il problema è noto e ci si sta interrogando su come intervenire, qui la situazione rischia di essere aggravata dalla recente riforma previdenziale che costringe a rimanere al lavoro fino a 67 anni quando è ormai accertato che già dopo vent’anni il rischio di burnout aumenta considerevolmente.
Sempre a proposito di scuola, Kari Louhivuori, preside finlandese, ci spiega invece la ricetta del successo del modello scolastico adottato dalla Finlandia: non si tratta solo di formare e selezionare gli insegnanti in modo rigoroso e di concedere loro piena libertà pedagogica, conta moltissimo anche una società “amica” delle famiglie, fatta di asili, biblioteche, medici, assistenti sociali ed enti locali che assieme formano un sistema integrato ed efficiente; Kari ci racconta anche di una scuola dove quasi non ci sono compiti per casa, le vacanze sono lunghissime, i presidi si fidano dei loro insegnanti e gli insegnanti dei loro studenti, e dove maschi e femmine imparano anche a cucinare, cucire, fare la lavatrice, finanche a costruirsi una chitarra.
Il rapporto tra il fisco e il cittadino è da sempre critico. Andrea Carinci, docente di diritto tributario, ci parla di un’Amministrazione che, da un lato, tende a guardare al contribuente come a un presunto evasore, dall’altro fonda gran parte della propria spesa pubblica su dati, come quelli dell’Isee, raccolti con semplici autocertificazioni. Carinci ci spiega inoltre che la tassazione sulla prima casa, purché contenuta, è congruente con il federalismo fiscale che prevede che a pagare siano i cittadini residenti, cioè coloro che poi andranno a votare giudicando come l’amministratore locale ha speso i loro soldi.
Se è vero che, come dice il nostro amico Alessandro Cavalli, la forza della Germania viene dall’insegnamento della musica a scuola, dalla pratica dei cori scolastici (da cui nessuno è escluso, perché gli stonati rimediano imparando a leggere la musica) e delle bande di paese, allora quello che Boris Porena e Paola Bucan ci raccontano nell’intervista, oltre a essere interessante in sé, ha anche un alto valore civico.
Marie-Anne Matard pone una domanda cruciale: perché in un paese come l’Italia, dove l’antigiudaismo tradizionale cattolico non si era trasformato, a differenza della Francia, in antisemitismo politico, e in cui il tasso di matrimoni misti era il più alto in Europa, le leggi razziali, decise “a freddo”, funzionarono molto bene e in poco tempo?
Per “ricordarsi” il figlio di un generale inglese prigioniero in Italia ci parla dell’epopea di migliaia di soldati inglesi evasi che andarono verso sud attraverso i monti dell’Appennino, aiutati e ospitati dalle famiglie contadine e dalla trafila democratica. E nel “reprint” Guido Calogero parla del “Pugno di farina” che le contadine abruzzesi lasciavano al mulino per il pane dei prigionieri alleati.
Auguri a tutti.
il nuovo numero della rivista GLI ASINI – n.24
Gli Asini n. 24
novembre/dicembre 2014
È sul collegamento tra gruppi e associazioni e la definizione di una linea unitaria ben più radicale di quella del lamento e dell’agire da soli che “il sociale” dovrebbe muoversi. E soprattutto su una nuova solidarietà tra “assistenti” e “assistiti”, tutte le volte che questo possa essere possibile. Il sociale dovrebbe imparare a far politica, e scegliere la strada della lotta. Se non lo farà sarà peggio per lui, perché gli assistiti troveranno altre strade per reagire alle azioni del potere, e i suoi operatori si troveranno costretti nel brutto ruolo di servi, senz’altra funzione che quella di tener buoni i poveri,i disagiati, gli oppressi.
se non si lotta si perde
Strumenti
Morire giovani a Napoli di Massimiliano Virgilio
Renzi come Giufà: riuscirà a uccidere la scuola? di Marcello Benfante
Quando la scuola emancipava di Goffredo Fofi
Quali fini, oggi? di Federica Lucchesini
I braccianti di Boreano degli insegnanti di una scuola di italiano per adulti
Scout, coraggio! di Pietro Barabino
Un film disturbante
Gli alunni di “Class enemy” di Gianandrea Caruso
Gli studenti e i professori di Nicola De Cilia
I buoni e i cattivi di Stefano Guerriero
L’occhio del critico di Livio Marchese
Immagini
La testa tra le nuvole di Roberto Catani
La deriva del sociale
La soluzione è la lotta
La fine dei servizi di Domenico Chirico
Nell’epoca dei “bonus” di Stefano Caredda
Uno sguardo all’indietro di Cecilia Bartoli
I problemi psicologici degli operatori di Benedetta Lorenzoni
Tra i bambini di Giovanni Zoppoli
Tra gli adolescenti di Nicola Ruganti
Lettera dei rifugiati di Tor Sapienza
Che fare? di Papa Francesco
Scenari
Educare al teatro di Giorgio Testa, incontro con Francesca Bini
Recitare per i bambini di Roberto Frabetti, incontro con Gianluca D’Errico e Dario Canè
Il padre materno. Il romanzo di Franzoso di Simona Argentieri
Il padre materno. Il saggio di Argentieri di Marco Franzoso
Il padre materno. Un romanzo e un saggio di Sara Honegger
Mamme in trincea di Maria Nadotti
La storia di Helen Keller, sorda e cieca di Matteo Schianchi
Quit the doner tra le bizzarie del presente di Nicola Villa
Per richiederne copia
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In allegato la promozione per gli abbonamenti 2015 (in sconto, fino a Natale)
Abbonamento on-line con carta di credito:
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l’indice dell’ultimo numero, 215, della rivista “Una Città”
UNA CITTÀ n. 215 / 2014 Settembre
infinito sentano che la pace verso certi crimini collettivi sarebbe delitto»
Augusto Murri (tratto da Pro Pace. Almanacco illustrato del 1917)
Sull’ergastolo
Intervista ad Andrea Pugiotto
Avvicinare i cittadini a scelte e responsabilità
Sul decentramento fiscale
Intervista a Stefano Piperno
Bravi o no, competenti o no, formati o no…
Insegnanti: ha senso parlare di merito?
Intervista a Norberto Bottani
Il merito non può dipendere dalla fortuna
La “Buona scuola” di Renzi
Intervista ad Andrea Ichino
Giovani in Italia
Aumentano (solo) i giovani non figli di italiani
Intervento di Francesco Ciafaloni
La desertificazione umana
Sul preoccupante stato del Sud Italia
redazione di neodemos.it
Condomini a pranzo nei giardini la domenica
La storia di una cooperativa edilizia
Intervista ad Andrea Vecchia
Predappio. Un progetto per l’ex Casa del Fascio
Servizio fotografico con un intervento
di Marcello Flores
Nessuno potrà più dire a un bimbo “Sei tutsi”
Il Rwanda vent’anni dopo
Intervista a Yolande Mukagasana
La domenica a insegnar
a far di conto ai contadini…
Matteotti raccontato da Gobetti
Intervista a Marco Scavino
Il battaglione Donbass
Reportage da Donetsk
Intervento di Paolo Bergamaschi
Il messaggio dei palestinesi agli israeliani
Sono ancora possibili due Stati?
Intervento di Jeff Halper
Una bomba a orologeria
Sull’amianto in Vietnam
Intervento di Massimo Tirelli
I manghi di Mao
Una curiosa mostra cinese a New York
Lettera di Ilaria Maria Sala
L’ottimismo di Josè
Dopo il referendum scozzese
Lettera di Belona Greenwood
24 dei miei 46 anni
Un permesso speciale
Lettera di Marcello Dell’Anna
Ricordarsi
Riletture
“Da costituzionalista ho sempre pensato il Diritto come violenza domata, e la Costituzione come regola e limite al potere”: a parlare, in apertura, per “cosa succede”, è Andrea Pugiotto, da tempo impegnato affinché la pena irrimediabile dell’ergastolo, e in particolare quello ostativo, quello cioè che condanna a morire in carcere, sia riconosciuta illegittima.
Per “rivoluzione concreta” (testatina “rubata” a “Lo Stato Moderno”), riprendendo anche alcune delle questioni sollevate da Bin e Urbinati nell’ultimo numero, abbiamo intervistato Stefano Piperno sul decentramento che è innanzitutto una scelta politica; non si decentra insomma né per risparmiare, né per essere più efficienti, ma per avvicinare i cittadini alle scelte e quindi responsabilizzarli. Il problema è che non sappiamo gestire le differenze, inevitabili in un processo di decentramento, e così, nei momenti di crisi, la tentazione di accentrare ancor più sembra l’unica risposta possibile.
“La domanda” riguarda il merito: cos’è? Come si misura? Quant’è giusto premiarlo? Ora, premesso che il gran parlare di merito a sinistra fa un po’ specie, perché compito primo della sinistra è combattere la sfortuna, indubbiamente se si vogliono ottenere risultati bisogna impegnarsi, lottare, essere intelligenti, eccetera eccetera. In queste settimane si è tornati a parlare di merito degli insegnanti. Abbiamo intervistato Norberto Bottani e Andrea Ichino. Il primo ci ha spiegato che un po’ in tutta Europa, esclusa la Gran Bretagna, la valutazione degli insegnanti è materia esplosiva che quindi si maneggia con grande cautela, mentre negli Stati Uniti si valuta moltissimo e i risultati vengono resi pubblici; in Gran Bretagna ci sono le ispezioni, che sono molto costose, ma apparentemente funzionano, e quando una scuola va male viene gemellata con una che va molto bene, affinché si aiutino; Andrea Ichino ci ha parlato dei limiti di una riforma che parte assumendo in modo indiscriminato 150.000 precari, ma anche della proposta, a partire da una sperimentazione già fatta, di valutare gli insegnanti in base alla “reputazione” di cui godono presso studenti, genitori e colleghi.
“La mia doccia s’affaccia sulla collina da cui scendevano gli assassini. Alle volte quando vado al bagno la mattina presto, guardo fuori e mi dico: ‘Non ci sono assassini che scendono’. Anche se sono passati vent’anni è il mio primo pensiero. Quando però ci sono dei lavori comunitari può capitare di imbattersi in un assassino uscito di prigione e succede che si parla… ovviamente non si parla del genocidio, si parla di altre cose. Si è creata la possibilità di dirsi ‘buongiorno’. Oggi siamo impegnati insieme per il bene del paese. C’è tanto da fare, le strade, i ponti, e li stiamo facendo insieme… Nel lavoro collettivo stiamo scoprendo che si può vivere insieme. Era una cosa che non mi aspettavo”. A vent’anni dal genocidio, abbiamo intervistato Yolande Mukagasana che all’epoca perse i figli e il marito.
Per “ricordarsi”, e nell’anniversario dello scoppio della Prima guerra mondiale, pubblichiamo le foto dei caduti ebrei. La ricompensa che la patria riservò a loro la conosciamo. Le abbiamo prese da un libro introvabile in cui li si ricorda nome per nome e con loro anche i decorati al merito. Nel sito della biblioteca Gino Bianco il volume è consultabile per intero.
Per “riletture” pubblichiamo un articolo di Ernesto Rossi apparso sul Mondo che polemizza con Piero Calamandrei che aveva difeso l’operato del sindaco di Firenze La Pira in favore degli operai del Pignone a rischio di licenziamento; pur disgustati dalla demagogia e dalla evidente strumentalità con cui in Italia, nel disprezzo totale della “dottrina” democratica, si improvvisano leggi legate a temi di fondo della democrazia, non c’è dubbio che il tema della “libertà di licenziare” in una repubblica “fondata sul lavoro” sia un tema fondamentale per una democrazia che non voglia rimuovere il problema dei diritti sociali e per una sinistra che non voglia essere solo protezionista e paternalista scambiando tutele per diritti e che continui a credere, come un tempo, innanzitutto nella possibilità dell’autonomia delle persone; tenere insieme liberalismo e socialismo, libertà e giustizia, siam sempre lì. (Nb.: non uguaglianza, ma “giustizia”, come predicava il saggio Proudhon). Ovviamente non siamo certo noi ad aver risposte. Chiederemo.
Tantissimi auguri ai giovani di Hong Kong, cui dedichiamo la copertina.
Una Città, indice del numero di aprile 2014
UNA CITTÀ n. 212 / 2014 Aprile
IN BANCA CE L’HANNO DETTO IN FACCIA. Una ditta edile che a poco a poco cresce e prende commesse sempre più importanti, le prime richieste del pizzo, accettate un po’ per paura e un po’ per continuare a lavorare e poi la crisi, l’impossibilità di pagare e quindi le minacce nei cantieri e negli uffici fino al giorno in cui si scopre che la polizia stava già facendo indagini, quindi la denuncia, la scorta, il processo e intanto le banche che da un giorno all’altro, tutte, tolgono i fidi e chiudono le porte perché non ha senso prestare soldi a un imprenditore che rischia la vita; la vicinanza e la sollecitudine delle forze dell’ordine e la ferma volontà, nonostante tutto, di ricominciare. Intervista a Viviana Spera e Gilda Giaccone (da pag. 3 a pag. 5).
LA RIGA SUL PRATO. Una lenta e progressiva caduta dell’eros proprio in quanto vitalità, una mortificazione progressiva dell’esistenza che perde gradualmente di senso, spegnendo ogni slancio verso l’altro, verso il fare, verso il futuro; una malattia, la depressione, legata anche alla fatica di vivere in un mondo dove tutto è possibile e quindi le aspettative sono illimitate; l’importanza della parola, unica vera strada per riattivare il transfert sul mondo. Intervista a Franco Lolli (da pag. 6 a pag. 9).
MIGRAZIONI E ACCOGLIENZA. Per la rubrica “neodemos”, Gianpiero Dalla Zuanna e Emiliana Baldoni ci parlano di come sta cambiando la politica dell’accoglienza nel nostro paese, ricordandoci che, nonostante gli allarmi quotidiani, nel 2013 i richiedenti asilo all’Italia sono stati 28.000 contro i 126.990 della Germania (pag. 10).
NUN C’A FIRU! Una biblioteca per bambini e ragazzi nata in un quartiere difficile di Palermo, dove si concentrano famiglie disagiate e immigrati, assieme a borghesi che però mandano i figli altrove; bambini che dietro la maschera dell’aggressività sono fragilissimi e che la scuola rischia di mortificare ulteriormente; l’importanza, a partire dai libri, ma anche dalla musica e dal lavoro nell’orto, di dare loro la fiducia e le competenze necessarie a spezzare un destino già segnato; la conquista spettacolare della lettura. Intervista a Donatella Natoli, Libera Dolci e Alessia Ciriminna (da pag. 12 a pag. 15).
IL “DOPO NON-SCUOLA”. Manualità artigiana e pratiche pedagogiche libertarie per offrire ai bambini occasioni attraverso cui esprimersi e raccontare come vedono il mondo; una relazione, quella tra adulti e bambini, improntata sempre più all’autorità anziché al dialogo; le costanti preoccupazioni delle maestre rispetto al programma da completare che scoraggiano ogni nuova iniziativa; l’esperienza del “dopo-non-scuola” e quel sogno di mandare i giovani in giro per il mondo, per scoprire come si può far scuola in modo diverso. Intervista ad Andrea Sola (da pag. 16 a pag. 19).
L’ORFANOTROFIO. L’infanzia in orfanotrofio, poi l’emigrazione forzata in Belgio, nelle miniere, a lavorare duro, prima come operaio, poi come capo-cantiere; il ritorno in Italia, l’azzardo di mettersi in proprio, l’azienda che va bene… e poi la decisione, assieme alla moglie, di sistemare i figli e mollare tutto per andare in Africa, in Guinea, per esaudire il vecchio sogno nel cassetto: aprire un orfanotrofio per restituire ciò che si aveva ricevuto (da pag. 20 a pag. 22).
LUOGHI. Nelle “centrali”, L’Aquila.
DEMOLIRE LE CASE, DEMOLIRE LA PACE. Jeff Halper parla della campagna di “giudaizzazione” della Palestina, fatta di demolizioni ed espulsioni, e del villaggio beduino di al-Araqib, demolito 61 volte (pag. 27).
IL RADDOPPIO DEL MALE. Il rifiuto di un’ideologia che vede la pena come un male che si aggiunge al male commesso; la lezione di Federico Stella per una sanzione penale come ultima ratio, dove a essere fondante è invece l’idea riparativa, il risarcimento, che non è necessariamente economico e non è necessariamente destinato alla vittima, ma può essere anche a favore della collettività; l’assurdità di un sistema, quello attuale, che moltiplica le sanzioni abbandonando la vittima alla sola azione civile per ottenere, su un altro binario, una riparazione. Un intervento di Massimo Donini (da pag. 28 a pag. 31).
QUESTO SENTIMENTO CORTESE. Nelle lettere di Nicola Chiaromonte a Melanie von Nagel, monaca benedettina, gli stilemi dell’amor cortese, la distanza tra gli amanti, l’impossibilità della fusione e la fragilità della donna non perché debole ma perché appartenente a un mondo superiore… Intervento di Liliana Ellena (da pag. 32 a pag. 33).
RICORDIAMO FRANCESCO. A un anno dalla scomparsa ricordiamo Francesco Papafava con lo scritto di Stefano Majnoni, l’amico di una vita, che ripercorre le tappe del suo impegno, da quello trentennale, culturale e imprenditoriale, nella straordinaria casa editrice “La scala”, che rivoluzionò l’editoria d’arte, a quello di “viaggiatore” in terre martoriate; le orme del nonno e del padre, “liberali radicali” (da pag. 34 a pag. 37).
DISUGUAGLIANZE. A partire dal volume di Thomas Piketty, un appunto di Francesco Ciafaloni su povertà, ricchezza e merito, con una postilla sul “capitale umano”, in senso non metaforico (pag. 38).
LETTERE. Pasquale De Feo, ergastolano ostativo, cioè senza alcuna speranza di uscire, mai, ci spiega perché questa pena è la più crudele di tutte;Belona Greenwood, da Norwich, Inghilterra, ci parla di Eunuco Femmina, uscito ormai 45 anni fa, e della misoginia che non passa; di ritorno dal Giappone, Ilaria Maria Sala ci parla dell’anniversario di Piazza Tienanmen.
CARO AVVOCATO. Per “appunti di lavoro”, Massimo Tirelli, avvocato del lavoro, ci sottopone le gravi difficoltà, psicologiche prima che materiali, di un giovane lavoratore lasciato a casa (pag. 42).
TI SVEGLI E… Un appunto di Matteo Lo Schiavo sul “tempo senza lavoro” e sull’indicibilità (pag. 43).
LA VISITA è alla tomba di Marlene Dietrich (pag. 45).
APPUNTI DI UN MESE. Si parla di alcuni giovani allevatori americani passati ai robot, con reciproca soddisfazione, loro e delle mucche, di come presto, nel Regno Unito, ma non solo, gli anziani bisognosi di cura supereranno il numero di familiari in grado di prestare loro assistenza, dell’efficace ed economico “metodo canguro” per accudire i bambini prematuri, di una biblioteca digitale mondiale, forse non così lontana nel futuro, del principio di improbabilità, di carcere, eccetera eccetera (da pag. 39 a pag. 45).
CAMPO DI EBREI. “Solo a distanza ci si rende conto che la prima di quelle torture, sugli inizi quasi imprecisabile, come la goccia del supplizio cinese (…), consiste nel trasformare i bisogni naturali in una ossessione”. Per il “reprint” pubblichiamo un intervento di Giacomo Debenedetti uscito su “La Nuova Europa” nell’aprile del 1945. (da pag. 46 a pag. 47).
E’ uscito il nuovo numero di “Una Città”
UN DIRITTO PENALE MINIMO.Con la nascita di Magistratura democratica il diritto scoprì la Costituzione, in polemica con una giustizia che fino ad allora aveva gravitato nell’orbita del potere; la necessità oggi di ribadire con forza i diritti dell’imputato; l’errore di protagonismo di alcuni magistrati e la necessità di leggi chiare a cui sia facile per il magistrato esser soggetto; il problema dell’indipendenza; la figura del pubblico ministero della difesa, presente in molte costituzioni latino-americane. Intervista a Luigi Ferrajoli (da pag. 3 a pag. 5).
QUALE AUTONOMIA? Una scuola soffocata da una gestione burocratico-amministrativa che vede i dirigenti scolastici responsabili di tutto e però privi degli strumenti necessari a esercitare qualsiasi forma di autonomia; insegnanti che rischiano di non trovare più alcun terreno comune con le nuove generazioni e genitori concentrati esclusivamente sulle esigenze dei loro figli; le tante piccole e grandi trasformazioni per far diventare la scuola una vera comunità educante. Intervista a Mario Maria Nanni (da pag. 6 a pag. 9).
MENO LAVORI, PAGATI MENO, PROTETTI MENO. Un appunto di Francesco Ciafaloni sulle ragioni dell’aumento del numero delle cooperative a fronte di una diminuzione del numero delle imprese, a cui comunque è corrisposta una generale diminuzione degli occupati, del loro salario e delle loro garanzie (a pag. 10).
TROVA TU LA SOLUZIONE. Una microimpresa familiare bresciana che via via cresce; un imprenditore appassionato di modelli organizzativi che legge e studia, convinto che il futuro stia nei principi della produzione snella e che questi però non possano funzionare se non con il coinvolgimento dei lavoratori, che vuol dire anche insegnar loro a leggere il bilancio; il sogno di metter su un “club” di aziende che applicano i principi “lean”, per confrontarsi, migliorare e fare pressione politica per rendere possibile, ad esempio, la condivisione degli utili con i dipendenti, che oggi nessuna norma consente. Intervista a Paride Saleri (da pag. 12 a pag. 16).
I TELEFONI NON SQUILLAVANO. Un’azienda storica, nata alla fine degli anni Cinquanta da un gruppo di imprenditori che voleva proporre materiali d’avanguardia, i tempi d’oro dell’edilizia e poi l’arrivo di una crisi gravissima che in pochi anni riduce il fatturato a un quarto; la volontà, nonostante tutto, di non lasciare a casa nessuno che però comporta una riduzione del salario per tutti; i sacrifici, ma anche l’orgoglio dei lavoratori che oggi sanno che se la loro impresa ce la farà sarà stato anche merito loro. Interviste a Lucio Pecchini, amministratore, Fabio Del Carro, sindacalista, e a Valter Della Torre e Paolo Borroni, dipendenti (da pag. 17 a pag. 22).
UN BRUTTO FLASHBACK. Per la rubrica “neodemos”, Teresa Castro Martín ci parla della controversa proposta di riforma della legge sull’aborto in discussione in Spagna (a pag. 23).
LUOGHI. Nelle “centrali”, il reparto di Oncologia di Carrara.
I GADGET DEGLI AMBULANTI. Di ritorno a Maidan, dove un anno fa erano giovani e studenti a monopolizzare una piazza oggi segnata dai pesanti scontri che hanno portato dolore e lutti. La scoperta dello sfarzo della residenza di Yanukovic, meta di svago dei cittadini increduli, e le preoccupazioni per il destino di un paese diviso, dove anche la religione gioca un ruolo primario. Di Paolo Bergamaschi (da pag. 26 a pag. 28).
IL CONFLITTO ECONOMICO. Un nazionalismo, quello ucraino, da sempre in bilico tra la tradizione socialista ottocentesca e quella fascista; la propaganda sulla separazione linguistica in un paese dove in realtà si parlano indifferentemente russo e ucraino; l’ambivalenza verso un’Europa che ha deluso e il sospetto che la determinazione di Putin copra in realtà la consapevolezza di una profonda precarietà del suo impero che, tolti gli introiti del gas, da tempo non produce nulla. Intervista a Simone Bellezza (da pag. 28 a pag. 32).
IL BILANCIO FAMILIARE. In questi tempi di crisi, l’idea, sorta tra alcuni soci di Banca Etica, di organizzare dei laboratori di “educazione finanziaria” in cui, quasi come in un gruppo di auto-aiuto, darsi qualche dritta su come tenere un bilancio familiare, sulle differenze tra bancomat e carte di credito, sulla lettura dell’estratto conto, ma soprattutto su come gestire la risorsa economica, senza moralismi, consapevoli che i soldi sono sempre un vincolo e un’opportunità. Intervista ad Annibale Osti, Stefano Ramelli e Chiara Putaturo (da pag. 33 a pag. 35).
IN LAMBRETTA COL BABBO. Nei ricordi d’infanzia del paese delle vacanze, dove la grande povertà conviveva con l’agiatezza dei pochi, l’amicizia coi figli dei mezzadri della nonna e il legame con un padre severissimo, che odiava i soldi e non voleva possedere neanche i libri che leggeva, ma che educava all’onestà intellettuale, alla curiosità, al culto del dettaglio. Intervista a Chiara Frugoni (da pag. 36 a pag. 39).
LETTERE. Giovanni Farina, ergastolano ostativo, cioè senza alcuna speranza di uscire, mai, ci racconta la storia di Giovanni De Luca, galeotto e soldato valoroso; Ilaria Maria Sala, da Hong Kong, ci parla del suo recente viaggio a Pechino; Belona Greenwood, da Norwich, Inghilterra, ci parla della crisi del carbone che ha già lasciato a casa migliaia di lavoratori.
TRA BARDOLINO E POP-CORN. Per gli “appunti di lavoro”, Massimo Tirelli racconta la storia dei lavoratori di un importante parco divertimenti italiano (a pag. 43).
LA VISITA è alla tomba di Vincent Van Gogh (a pag. 45).
APPUNTI DI UN MESE. Si parla delle condizioni d’uso di Paypal e di quali e quante informazioni su di noi vengono divulgate a terze parti, quando diamo il consenso, del perché consultiamo il dottor Google sia prima che dopo aver parlato con il nostro medico, dei “princìpi” dell’esercito israeliano, dell’8 marzo delle donne curde, del Kansas che ha dovuto fare marcia indietro sui tagli alla scuola, di Detroit e di una catena di fast food albanese, di carcere, eccetera eccetera (da pag. 40 a pag. 45).
NON ABBIAMO NIENTE DA DIRE. “Amici lettori, lo scrivere questo piccolo foglio settimanale è divenuto un lavoro intollerabile, di mano in mano che le fasi di questa immensa tragedia si sono andate sviluppando”; per il “reprint” pubblichiamo l’editoriale uscito su “L’Unità” nel settembre del 1914 (a pag. 46).
IL FALLIMENTO DELLO STATO IN ITALIA. “Allo Stato si riconobbe il possesso di tutte quelle capacità che non si riconoscono nei gruppi e nelle classi. Se l’iniziativa in questi mancava, poteva partire dallo Stato. Se il commercio languiva, lo Stato aveva i mezzi per dargli incremento. Se l’industria difettava, lo Stato poteva farla sorgere”. Per il “reprint” pubblichiamo un saggio di Oliviero Zuccarini uscito su “Volontà” del luglio 1946 (a pag. 47).
E’ uscito il nuovo numero de “GLI ASINI”
“Gli asini” n. 20, marzo-aprile 2014
I bambini ci ri/guardano
Strumenti
Crescere è un verbo intransitivo. Un ricordo di Mario Lodi
di Grazia H. Fresco e Sara Honegger
Ritorno a Freinet di Marco Pollano
Elementare, signora maestra di Sara Honegger
Perché valutare, come valutare di Francesco Ciafaloni
Accoglienza: le aberrazioni del sistema di Anna Brambilla
Biocidio e autonarrazione comunitaria di Salvatore Altiero
I “buoni” secondo Rastello di Stefano Laffi
Film: La congiura contro i nuovi nati
Ritratti impossibili di Rosario Morra
I sadici di Stefano Laffi
Lettera da un giovane padre di Nicola Villa
Per vederti meglio piccolo mio di Manuela Trinci
Il supermarket del bene di Domenico Chirico
incontro con Nicola Villa
La scuola è finita di Yves Grevet
Harry Potter con(tro) Peter Pan di Stefano Guerriero
Teatro piccino di Rodolfo Sacchettini
Scenari
Madri e figli di Roberto Minervini
incontro con Maurizio Braucci
Verso Puerilia di Chiara Guidi e Franco Lorenzoni
Progetti per la scuola di Michele Aiello
Cantando la strada. Hip hop nella periferia di Torino di Dario Basile
Panoramiche
Giovani in fuga dall’Italia: una vita altrove di Andrea Toma
Berlino ad altezza di giovani di Beatrice Borri
Perù, chi spera e chi dispera di Roberto Cirillo
Una mail dall’“estero” di Stefano Seghesio
Il Tao della pedagogia: viaggio nella scuola cinese di Raniero Regni
Abbonati:
Italia e Canton Ticino
Estero e sostenitore
Ridotto scuole, biblioteche e associazioni
Pdf
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E’ uscito il n. 209 della rivista “Una città”
E’ uscito il n. 209 di Una città. Per leggere il sommario:
http://unacitta.it/newsite/sommari.asp?anno=2014&numero=209
Oltre all’abbonamento online, è ora possibile acquistare pacchetti di 10 interviste a 5 euro.
http://www.unacitta.it/newsite/abbonamentinew.asp
dalla newsletter de “Una Città” : DOMANDE n. 84 – 13 febbraio 2014 segnaliamo:
L’unico luogo dove si impara qualcosa sul sesso è internet e la cosa si sta rivelando disastrosa.
http://redazioneunacitta.wordpress.com/2014/01/29/i-danni-del-porno/
Perché un’educazione sessuale fondata sul porno danneggia anche i maschi…
http://redazioneunacitta.wordpress.com/2014/01/30/i-danni-del-porno2/
Sulla questione dell’educazione sessuale segnaliamo inoltre, dal nostro blog:
L’unico luogo dove si impara qualcosa sul sesso è internet e la cosa si sta rivelando disastrosa.
http://redazioneunacitta.wordpress.com/2014/01/29/i-danni-del-porno/
Perché un’educazione sessuale fondata sul porno danneggia anche i maschi…
http://redazioneunacitta.wordpress.com/2014/01/30/i-danni-del-porno2/
Come stanno facendo i conti, gli uomini, con il loro essere maschi e con la libertà femminile?
Si può pensare che anche gli uomini politicamente corretti continuino a incassare una sorta di “dividendo” dall’azione estrema, violenta, compiuta da coloro che continuano a sottomettere le donne? Che cos’è la “polizia di genere”? In una ridefinizione dei ruoli più paritaria la cavalleria si può tenere o è da buttare?
Di questo e altro parliamo con Sandro Bellassai.
http://unacitta.it/newsite/intervista.asp?id=2354
Sugli stessi argomenti:
Stefano Ciccone parla di gruppi di uomini che si riuniscono a parlare della loro vita intima, cercando di destrutturare un paradigma che vuole il maschio dominante, tutto ragione e niente corpo.
http://unacitta.it/newsite/intervista.asp?id=1816
Sulla questione dell’educazione sessuale segnaliamo inoltre, dal nostro blog:
L’unico luogo dove si impara qualcosa sul sesso è internet e la cosa si sta rivelando disastrosa.
http://redazioneunacitta.wordpress.com/2014/01/29/i-danni-del-porno/
Perché un’educazione sessuale fondata sul porno danneggia anche i maschi…
http://redazioneunacitta.wordpress.com/2014/01/30/i-danni-del-porno2/
E’ uscito l’ultimo numero della rivista “Gli Asini”
UNA CITTÀ n. 208 / 2013 Dicembre – sommario
UNA CITTÀ n. 208 / 2013 Dicembre
IL POTERE PENALE. Una magistratura sempre più tesa a risolvere inadempienze, spesso reali, dell’amministrazione e della politica, intervenendo direttamente; un ruolo svolto da soggetti che si autoinvestono di grandi responsabilità senza aver ricevuto alcuna legittimazione democratica; la palese incompatibilità tra codice accusatorio e obbligatorietà dell’azione penale. Intervista a Gaetano Insolera (da pag. 3 a pag. 6).
LA PAGELLA IN PDF. Una scuola del piacentino da un anno ha deciso di dimezzare i costi dei libri scolastici e in cambio ha chiesto ai genitori di dotare i figli di un tablet; uno strumento versatile che impone uno stile di insegnamento diverso e anche un ripensamento degli spazi; l’importanza di un corpo insegnante affiatato e di una vera scuola di comunità. Intervista a Daniele Barca, Angelo Bardini e Giusy Vallisa (da pag. 7 a pag. 11).
IL MASTER DELLA MATERNITA’. Di ritorno da un’esperienza all’estero, la crescente insofferenza per un modo di lavorare “vecchio”, con ritmi e orari rigidi, che diventa del tutto insostenibile all’arrivo di un figlio; la voglia di sperimentare qualcosa di diverso in prima persona, l’idea di uno spazio di co-working pensato soprattutto per le donne e dotato di co-baby; la sfida di far della maternità un momento di formazione. Intervista a Riccarda Zezza (da pag. 12 a pag. 15).
HIGH PERFORMANCE WORK PRACTICES. Coinvolgimento dei lavoratori, flessibilità degli orari, formazione, lavoro in squadra, incentivi, welfare aziendale: laddove i lavoratori sono disposti a scambiare più autonomia con più responsabilità, il management sa delegare e le Rsu non si sentono minacciate, non solo si lavora meglio, ma la produttività aumenta e i costi diminuiscono, condizioni fondamentali per essere competitivi nel mercato globale. Luciano Pero e Anna Ponzellini analizzano alcuni casi di studio ( da pag. 16 a pag. 21).
LA STORIA DI BILJANA. Mandata al nord con lo stipendio di impiegata ad aprire la nuova sede di un’azienda che opera in ambito sanitario; un lavoro svolto con passione, dedizione e anche soddisfazione che però stenta a trovare un corrispettivo nello stipendio, lo stress che aumenta, il neolaureato che, di punto in bianco, arriva e la demansiona, il mobbing… Per “appunti di lavoro”, la storia di Biljana, di Massimo Tirelli (pag. 22).
TOTALLY LOST. Nelle “centrali” immagini tratte da una mostra fotografica, a cura di Spazi Indecisi.
SI INTITOLAVA “PROTESTO”. Un’infanzia movimentata, resa più lieve da una straordinaria passione per i libri trasmessa dalla madre; l’esperimento dei “ratas pelosas”, in cui dei giovanissimi brasiliani fecero della narrativa un’arma di resistenza alla dittatura; i migranti scrittori e gli scrittori migranti: un autentico patrimonio di cui il nostro paese non si è nemmeno accorto. Intervista a Julio Monteiro Martins (da pag. 27 a pag. 29).
UN PENSATORE LIBERO. Ezio Tarantelli, un gran lavoratore, un educatore che sapeva combinare gioco, inventiva e disciplina; il protocollo Lama-Agnelli del ‘75 sulla scala mobile e la sua previsione sul pericolo di inflazione; il duello fra Craxi, Berlinguer e la Cgil e la decisione delle Brigate Rosse di inserirsi in quel clima di scontro; un uomo ponte fra varie istituzioni. Intervista a Luca Tarantelli (pag. 30-31).
LA GROTTA DI PAROS. Due persone, Nicola Chiaromonte e Melanie von Nagel, suora di clausura, che hanno conosciuto l’esilio, segnate entrambe dalle vicende della storia, entrambe “isolate” anche se per scelte diverse, ma appassionate del mondo e dell’uomo, si incontrano e insieme cercano la verità, scrivendosi, per anni, tre volte alla settimana… Pubblichiamo una parte dell’introduzione di Cesare Panizza a Fra me e te la verità, il volume che raccoglie 103 lettere di Nicola Chiaromonte a Melanie von Nagel (da pag. 32 a pag. 37).
LETTERE. Mario Trudu, ergastolano ostativo, cioè senza alcuna speranza di uscire, mai, fa una modesta proposta ai politici; Belona Greenwood, da Norwich, Inghilterra, ci manda un racconto di Natale e ci spiega perché negli ospedali del Regno Unito è più facile morire nel weekend che durante la settimana.
LA SVOLTA DELLA CINA. Per la rubrica “neodemos”, Steve S. Morgan racconta i controversi effetti della decisione del comitato centrale del Partito comunista cinese di porre fine alla politica del figlio unico.
LA VISITA è alla tomba di Clemente Rebora. Iniziamo a ricordare il centenario della Prima guerra mondiale con il suo “Viatico”.
APPUNTI DI UN MESE. Si parla del destino del libro nell’era digitale; della maestra Myriam e del metodo delle “scuole nuove” che in Colombia ha fatto sì che le scuole di campagna vadano meglio di quelle di città; di donne senza figli; di una tavola rotonda del 1958 sul caso Pasternak, delle email a cui in Francia le istituzioni rispondono tempestivamente e qui no; di carcere; delle nove massime garantiste proposte da Luigi Ferrajoli che ha ricordato, tra l’altro, che giurisprudenza vuol dire “prudenza” nel giudizio; eccetera eccetera (da pag. 38 a pag. 45).
L’OSPIZIO DEGLI INVALIDI. “Ma il resto dell’anno i due bambini si recavano nell’Ospizio degli Invalidi di Kouba, dove la madre di Pierre, dopo aver lasciato l’impiego alle poste, era capo-guardarobiera. Kouba era il nome d’una collina a oriente di Algeri, a un capolinea tramviario…”; per il “reprint” pubblichiamo un racconto di Albert Camus uscito su “Tempo presente” nel 1964.
GLI ASINI, indice della rivista n. 18. Valutazione e meritocrazia. una introduzione
L’INDICE DELLA RIVISTA: http://www.asinoedizioni.it/products-page/rivista/gli-asini-n-18-ottobre-novembre-2013/
Lo speciale – Valutazione e meritocrazia
Il merito è importante, ci mancherebbe. Anche noi asini ne conveniamo. La Costituzione lo sancisce con uno dei suoi passaggi più belli e con la formula più socialista e meno statalista che potesse trovare: rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale affinché ognuno, traduciamo e sintetizziamo, abbia quanto gli è necessario e dia quanto può e vuole.
Valutare – attività umana essenziale a ogni vero processo formativo, democratico, scientifico, culturale – significa in ultima istanza giudicare, criticare, prendere posizione. E in certi casi anche sancire un merito. Ma se abbiamo deciso di analizzare e sottoporre a critica con un numero speciale della rivista queste due categorie ormai penetrate in ogni ambito del discorso educativo è perché la ricaduta e gli effetti che esse hanno sul nostro sistema di istruzione e sulla pratica di insegnanti ed educatori svelano un avvenuto pervertimento del loro significato originale.
Valutazione e meritocrazia sono un esempio di quei concetti di plastica propri di una cultura allo sbando, che garantiscono il consenso perché “dicono” una cosa ma ne “fanno” un’altra. Promettono la cancellazione dei privilegi nel nome della neutralità della tecnica, ma li consolidano selezionando sulla base di criteri che poco hanno a che vedere con la libera crescita degli individui e molto con la necessità di incasellarli in ruoli predefiniti.
Pur essendo inevitabile allargare il ragionamento a tutte le mille forme in cui l’ideologia della valutazione condiziona quasi ogni ambito del lavoro sociale e culturale, non potevamo che prendere le mosse da quanto sta avvenendo a scuola. La diffusione ormai capillare in ogni ordine e grado, dalle elementari all’università, delle prove Invalsi e di analoghi sistemi di valutazione sta riducendo la didattica di maestri e insegnanti (che già non se la passava troppo bene) a un addestramento meccanico per il supermento di test standardizzati. Da una parte e dall’altra della cattedra: non è escluso che presto, con metodi simili – come in parte già è avvenuto negli Stati Uniti e come abbiamo raccontato nel primo numero della rivista – gli alunni dovranno “meritarsi” la promozione, gli insegnanti lo stipendio e i dirigenti scolastici i finanziamenti necessari al funzionamento della propria scuola. Decida il lettore se si tratti di un piano intenzionale finalizzato a produrre ignoranza e a mantenere le divisioni, in termini di opportunità, che dividono i ricchi dai poveri, o piuttosto degli effetti collaterali di una macchina tecnocratica che, una volta messa in moto, ci è sfuggita di mano. Quello che è certo è che se da anni un movimento d’opinione, di cui anche noi ci sentiamo parte, analizza, critica e svela i lati grotteschi dei test prodotti dalle agenzie nazionali e internazionali di valutazione, non altrettanto efficacemente ha saputo inventare forme di opposizione e disobbedienza che ne arginasse l’infiltrazione in ogni ambito della vita quotidiana. Se non in situazioni isolate che sarà necessario continuare a scovare e connettere come abbiamo iniziato a fare con questo numero della rivista.
Proprio nei giorni in cui stavamo chiudendo questo numero speciale degli Asini moriva Marshall Berman, lucidissimo e appassionato critico sociale, il cui sguardo eclettico, anarchico e ironico lo distingueva dalla schiera lagnosa e rassegnata di tanti suoi “colleghi” critici della modernità. Il suo modernismo era molto semplicemente un’adesione totale e incondizionata al piacere della sfida, della critica, della pulsione creativa. Alla vita, insomma, ovunque essa si annidasse. Modernità e sue aberrazioni comprese. “Essere moderni”, scrisse lui a introduzione del suo capolavoro,L’esperienza della modernità, noi a viatico di questo numero degli Asini, “vuol dire vivere una vita imperniata sul paradosso e sulla contraddizione. Vuol dire essere continuamente sopraffatti da immense organizzazioni burocratiche che hanno il potere di controllare e, spesso, di distruggere ambienti, valori e vite. E tuttavia proseguire imperterriti nella propria determinazione di tener testa a queste forze, di combattere per cambiare il mondo e farlo proprio. Vuol dire essere rivoluzionari e conservatori a un tempo: consci delle nuove possibilità d’esperienza e d’avventura, terrorizzati dagli abissi nichilistici a cui conducono tante avventure moderne, desiderosi di creare qualcosa di reale proprio mentre tutto si dissolve nell’aria.” (Gli asini)
Per richiederne copia: abbonamenti@gliasini.it
Per abbonarsi, qui
Gli asini n. 15 aprile 2013
“Gli asini” numero 15, aprile – maggio 2013
Strumenti
Il bambino artigiano di Marco Carsetti
Diventare adulti in Italia di Stefano Laffi
Il voto dei giovani di Alessandro Leogrande
Nadea e Sveta. Le domestiche della globalizzazione di Cecilia Bartoli
Un immigrato che conosce i suoi diritti di Yvan Sagnet
incontro con Nicola Villa
Strumenti: Fuga dalla scuola media
Mura da abbattere di Goffredo Fofi
Elogio dell’età ingrata di Piergiorgio Giacchè
In una stanza non può accadere di Luca Mori
Le parole non bastano di Federica Lucchesini
La mischia gallese di Nicola De Cilia
I doveri dell’ospitalità
Dall’analogico al digitale… all’egemonico di Jean Baudrillard
Film: L’educazione e le nuove tecniche digitali
Cosa è successo tra giovani e media di Stefano Laffi
Prima di ogni schermo di Franco Lorenzoni
Contro la colonizzazione digitale di Roberto Casati
La classe capovolta di Francesca Scenini
Come parlare a un muro di Simone Caputo
Molti dessert per il cervello di Elena Pasquinelli
Le tecniche non sono neutrali del Collettivo Ippolita
incontro con Nicola Villa
Immagini
Attenti ai cani di Oreste Zevola
Scenari
Andare, aspettare (un film di Giorgio Diritti) di Goffredo Fofi
Dentro la Grande Vasca (un film di Benh Zeitlin) di Luigi Monti
Alberi e bambini (un romanzo di Alberto Capitta) di Sara Honegger
Perché muore l’amore (i racconti di Carson McCullers) di Nicola Villa
Abbonati alla rivista
E’ uscito il n. 14 della rivista “Gli Asini”
“Gli asini” numero 14, febbraio – marzo 2013
lottare per un nuovo welfare
Strumenti
Il mondo cambia di Marco Carsetti
Un nuovo ciclo di Marina Galati
Le persone reali di Sara Honegger
Per un nuovo welfare di Giovanni Zoppoli
I doveri dell’ospitalità
Walter Benjamin come educatore
di Francesco Cappa e Martino Negri
Film: Educazione e religione
Il senso dell’esperienza religiosa di Giancarlo Gaeta
incontro con Luigi Monti
I mali della chiesa cattolica di Vinicio Albanesi
Quel che resta dei cattolici di Marco Marzano
Come si forma un prete di Laura Badaracchi
Le comunità di base di Beppe Manni
L’educazione con Comunione e Liberazione di Giorgio Morale
Doposcuola, oltre la scuola di Achille Rossi
Modello scout di Marilina Laforgia e Matteo Spano
Crossing di don Angelo Cupini, Orietta Ripamonti, Angelo Villa
incontro con Goffredo Fofi e Giacomo Pontremoli
Immagini
Le Petit Néant a cura di Miguel Angel Valdivia
Scenari 1
Le avventure dei giovani lettori di Fabio Pusterla
Le ragazze farfalle di Cagliari di Giulio Angioni
Dynamis, un teatro per adolescenti di Andrea De Magistris
Invecchia bene Ammaniti? di Nicola Villa
Scenari 2
Scritto nel carcere di Alberto Capitta
Le “piccole virtù” per Natalia Ginzburg di Sara Honegger
Elsa Morante come antidoto politico di Giacomo Pontremoli
Bambini nel futuro di Matteo Marchesini
Gli Asini, indice del n. 12. Numero speciale sul parto
E’ uscito il n. 11 della rivista “Gli Asini”
E’ uscito il numero 196 di “Una città” di cui riportiamo il sommario.
UNA CITTÀ n. 196 / 2012 Agosto-Settembre
E’ possibile farsi un’idea della rivista (mensile di interviste e foto, di 48 pagine, senza pubblicità) andando al sito http://www.unacitta.it o richiedendo copia saggio a mailing@unacitta.org.
L’UMILTA’ DELLA DEMOCRAZIA. Una democrazia elitarista, in cui, in nome della competenza, contano solo gli effetti delle decisioni, non il modo in cui vengono prese; una critica alla democrazia che viene da lontano e che la vede come pura mascheratura, casomai pure utile in quanto illusoria per la gente, dell’inevitabile potere delle élite; un plebiscitarismo in cui i cittadini sono solo una massa informe; la democrazia che non vuol affatto appiattire tutti ma solo neutralizzare i privilegi della fortuna e della cultura; è la “diversità” democratica a formare quella che i padri fondatori americani chiamavano “aristocrazia naturale”. Intervista a Nadia Urbinati (da pag. 3 a pag. 6).
IL BIOMEDICALE E L’ACCIAIO. Un “appunto” di Francesco Ciafaloni sulla ripresa delle esportazioni, con uno sguardo al distretto di Mirandola, che va molto bene nonostante il terremoto, e all’Ilva, che continua a guadagnare, anche se a prezzo della salute dei suoi operai (pag. 7).
INVISIBILI. Giuseppina Virgili, imprenditrice dell’abbigliamento, racconta le traversie che, dopo trent’anni, l’hanno portata a dover chiudere la sua ditta: i clienti che smettono di pagare, le banche che da alleate diventano nemiche e chiudono il credito, i professionisti che smettono di seguirti, le istituzioni che non ascoltano, la solitudine…; l’idea, anche per uscire dalla disperazione, di mettersi assieme ad altri e fondare un’associazione per dare voce ai piccoli imprenditori, vera spina dorsale del paese (da pag. 8 a pag. 11).
PERCHE’ E’ CADUTA L’OCCUPAZIONE GIOVANILE? Nella rubrica “neodemos”, Luciano Abburrà ci spiega come la caduta dell’occupazione giovanile abbia interessato soprattutto le posizioni professionali intermedie, mentre professioni di rango superiore e inferiore sembrano aver avuto un andamento di crescita o almeno di stabilità (pag. 11).
ESODATI, DEROGATI, SILENTI. Francesca Tornieri, dell’Inca Cgil di Verona, ci racconta di come negli ultimi mesi siano stati travolti dall’aumento delle domande di disoccupazione, ma anche dalle pratiche di chi vuole capire il proprio destino previdenziale; le tante norme succedutesi negli ultimi anni, l’allungamento delle finestre, l’innalzamento dell’età pensionabile, il caso di chi rischia di perdere i contributi versati e di chi invece, all’improvviso si trova senza ammortizzatore e senza pensione; il problema, grave, della sostenibilità degli ammortizzatori sociali (da pag. 12 a pag. 14).
IERI E’ PASSATO… L’abitudine all’alcol fin da giovane, le prime sbornie, l’incontro con la cocaina che corregge gli effetti dell’abuso di alcolici e rende efficienti, l’illusione di aver trovato il paradiso… e poi i primi problemi, anche economici, il ricorso all’alcol fin dal mattino, i primi ricoveri, la frustrazione di non riuscire a uscirne, i problemi con la famiglia, l’inferno della dipendenza… fino a quella prima sera agli Alcolisti Anonimi, quando cambiò tutto. Intervista a Maurizio (da pag. 15 a pag. 17).
SCUOLE LIBERE. Thomas Packer ci parla della sua esperienza di preside della West London, una delle prime 24 Free School nate in Gran Bretagna, scuole fondate da insegnanti, genitori o comunità, autonome nella scelta dell’offerta formativa, nelle assunzioni degli insegnanti e nella gestione del budget, ma finanziate dallo Stato; l’importanza della disciplina e la scelta di insegnare il latino (da pag. 18 a pag. 21).
IL PARTITO DELLA PROPRIETA’. Gregory Sumner, nella “lettera dall’America”, ricorda Gore Vidal e il suo monito contro il “Partito della proprietà”, da sempre forte in America; le occasioni perdute di Obama (pag. 22).
LUOGHI. Nelle centrali commemoriamo l’anniversario dell’11 settembre.
IL BAR SI CHIAMA ROSA ELLE. Trent’anni fa un gruppo di trentacinque giovani tedeschi, stanchi di partecipare tutti i giorni a una qualche manifestazione “contro”, decisero di fondare sulle colline umbre una comune che vive tuttora, malgrado una terra arida, i figli che non restano, le vicende affettive intricate. Ne parlano Beatrix, Ingrid, Sabine e Ildiko (da pag. 27 a pag. 31).
PERDERE LA PACE. Il decennale conflitto dell’Armenia con l’Azerbaijan per il Nagorno-Karabakh e le analogie con il Kosovo; la crisi economica e la difficile transizione verso l’integrazione europea. Appunti di viaggio di Paolo Bergamaschi (pag. 32-33).
LE UGUALI OPPORTUNITA’. Sul rapporto tra liberalismo e liberismo Einaudi ebbe a riflettere tutta la vita; l’ambiente Torinese di fine Ottocento e la straordinaria esperienza del “laboratorio di economia politica”, la crisi dei liberali tra le due guerre; l’interesse per il movimento socialista e la successiva delusione; la critica ai monopoli e la polemica con Croce sulla possibilità di essere liberi in una società illiberale; gli allievi Gobetti e Rosselli; l’importanza delle regole in un regime di libero mercato e la preoccupazione per uno Stato troppo invasivo. Intervista a Roberto Marchionatti (da pag. 34 a pag. 38).
IL CONDIZIONALE ATTENUATIVO. Richard Sennett parla delle doti richieste per vivere in una società in cui siamo chiamati a convivere con persone con valori e abitudini diverse dalle nostre, in primis l’empatia, che è diversa dalla simpatia; la crisi delle scuole pubbliche e il ruolo dei social network; l’esperienza di Seiu, il sindacato americano del personale dei servizi, che organizza asili e assistenza agli anziani; la gratificazione che si prova quando si smette di avere paura dell’altro (da pag. 39 a pag. 41).
“BIOLOGICO”. Giorgio Forti interviene sul dibattito aperto dall’intervista ad Antonio Pascale, spiegando perché non ha senso parlare di agricoltura “biologica” e quali sono i motivi per cui invece ha senso opporsi agli Ogm (pag. 42-43).
LETTERA DALL’INGHILTERRA. Belona Greenwood ci parla dell’inflazione delle parole, di un esule cubano e dell’incerto destino delle piccole riviste indipendenti (pag. 45).
LA VISITA è alla tomba di Nello Traquandi.
APPUNTI DI UN MESE. Si parla di Gaza dove è in corso un inedito boom edilizio e di una fabbrica di gelati del West Bank, di scuole rumene, del dibattito in corso in Gran Bretagna sul costo della non autosufficienza e sulla quota da chiedere agli assistiti, di banche del tempo e monete locali in Spagna, di soap-opera in Siria, di morti in carcere, di quanto sia poco sano un mondo povero di microbi, eccetera eccetera (da pag. 44 a pag. 47).
IL VECCHIO CERVI. “Il presidente aveva letto, in un articolo di Italo Calvino, che tra i libri dei sette fratelli, si noverano alcuni fascicoli della rivista La Riforma Sociale, un tempo da lui diretta e poi soppressa dal regime fascistico, e dice al padre della sua commozione per poter così pensare con orgoglio ad un suo rapporto spirituale coi martiri”; per il “reprint” dell’ultima pubblichiamo un testo di Luigi Einaudi uscito su “Il Mondo” del 16 marzo 1954 in cui racconta del suo incontro, da Presidente, con il padre dei fratelli Cervi.
“Gli asini” numero 10, giugno – luglio 2012
Strumenti
Barbiana era una scuola di Adele Corradi
incontro con Nicola Ruganti e Giulio Vannucci
Infinito presente di Stefano Laffi
La lotta di classe in classe di Luigi Monti
Culi di piombo e récupération di Goffredo Fofi
Il racconto dell’infanzia
Narrare storie di Damiano Pergolis
Bambini veri e bambini ideali di Marco Franzoso
a cura di Nicola De Cilia
Desacralizzare l’infanzia di Carola Susani
a cura di Nicola Villa
Il filtro del disegno di Magda Guidi, Mara e Tiziana Cerri
incontro con Nicola Ruganti e Maria Nadotti
La repubblica dei bambini di Daniele Villa (Teatro Sotterraneo)
a cura di Rodolfo Sacchettini
La gioventù, struttura mossa di Francesco Targhetta
a cura di Damiano Pergolis
Precarietà e poesia. Una nota di Fabio Donalisio
Storie per bambini, storie di bambini di Hamelin
incontro con Damiano Pergolis
Pippi e Gian Burrasca, l’infanzia mutante di Manuela Trinci
Dimmi basta disegni di Marco Smacchia
Il Silvio di Arlt, “bello come Giuda” di Giacomo Pontremoli
Faeti il precursore di Emilio Varrà
Videogames sì e no di Simone Caputo
Film: Scuole alternative in Germania
Una storia delle scuole libere di Matthias Hofmann
Un anno di Freie Schule di Beatrice Borri
Motori di riforma o artefici di isolamento? di Roland Kern,
Gustav Schmidt e Steffen Zillich
Tra omologazione e ribellione di Gerold Scholz
Continua…
Pinocchio e Alice di Alberto Savinio
Scarica l’indice in pdf
“Non conta l’altezza” videostoria
Il n. 9 , aprile 2012, della rivista “Gli Asini”
IL GESTO E LA PAROLA Laboratori di narrazione per immagini
IL GESTO E LA PAROLA
Laboratori di narrazione per immagini
(clicca qui per vedere le videostorie)
L’impostazione dei laboratori di narrazione per immagini consiste nel coniugare l’attività espressiva (la rappresentazione) di tipo estetico alla costruzione di una narrazione. Il desiderio di fare, la tensione rappresentativa, il bisogno di espressione che è presente in maniera evidente in tutti i bambini ed anche, in forma più o meno latente, negli individui adulti, è il punto di partenza per un percorso nel campo dell’espressività artistica e narrativa. Il laboratorio è il luogo in cui vengono offerti i mezzi, gli spazi e l’assistenza necessari per costruire liberamente questa esperienza.
Si tratta di abbandonare la gabbia mentale che vuole il raggiungimento del risultato come il vero fine ultimo dell’operare: questa è in realtà una proiezione dello schema socialmente dominate nella società di mercato che vede nel prodotto il vero fine del lavoro, dello sforzo umano, e che viene fittiziamente esteso anche alle pratiche della espressività estetica.
Il centro dell’esperienza sta nel processo spontaneo della creazione, non nel raggiungimento di un risultato più o meno coerente con canoni estetici predeterminati. Non ci deve essere spazio per la presenza del fantasma dello sguardo adulto: tutte le forme di giudizio, di valutazione devono essere interne al gruppo , devono potersi autoregolare secondo le dinamiche che il gruppo stesso, a seconda della propria composizione, vorrà esprimere.
Le due dimensioni del racconto, quella narrativa e quella figurativa, sono fatte oggetto di una elaborazione finalizzata allo sviluppo delle potenzialità espressive e comunicative: il continuo rimando della elaborazione dal piano intellettivo (descrizione con parole) a quello sensitivo (descrizione con figure) e lo scambio dei punti di vista che comporterà, è il mezzo per un arricchimento di ciascuno dei due mezzi espressivi.
Una volta che avranno preso corpo attraverso la narrazione e la rappresentazione figurata, questi scenari diventano così un nuovo grande spazio aperto alla condivisione, il luogo in cui scambiare le diverse narrazioni e sul quale esercitare un nuovo senso della responsabilità: lo spazio di ognuno diventa componente indispensabile dello spazio comune.
I temi che possono essere adottati come campi della narrazione possono essere i più vari e di diverso genere, a seconda del contesto in cui si opera e della composizione degli attori: l’età, il tipo di gruppo, i tempi e le modalità del contesto in cui si opera.
Si può partire da racconti elaborati collettivamente o individualmente dagli stessi attori oppure stimolare la elaborazione di esperienze autobiografiche individuali scritte o narrate oralmente, oppure da materiali preesistenti come testi letterari od altro.
A titolo d’esempio, ecco alcune delle tematiche proponibili:
La descrizione della propria visione di sé, intesa come estrapolazione delle figure che connotano la propria soggettività più segreta, cioè del modo in cui ciascuno si autorappresenta: dai modi possibili di nominarsi, di descriversi in immagine, di vedersi nei propri rapporti con gli altri.
La individuazione dei luoghi e degli spazi che sono stati vissuti con maggiore senso d’appartenenza: in questo caso ad essere oggetto di autoriflessione sarà il loro ambiente di vita.
La ricerca delle forme della vita di relazione: ai ragazzi viene chiesto di individuare gli ambiti in cui più profondamente viene sentita l’importanza degli altri, le modalità delle relazioni significative di cui si sostanzia il loro vissuto.
La elaborazione in immagini di testi letterari o di storie elaborate collettivamente, che comporta una presa di coscienza dell’importanza della componente figurativa nella descrizione della realtà. Può essere il punto di partenza per sperimentare la forza che può avere una visione “estetica” di un contenuto discorsivo e iniziare quindi a comprendere lo specifico apporto conoscitivo che le immagini danno ad un testo scritto. In questo contesto la fase della “illustrazione”, che usualmente viene delegata all’intervento di un ulteriore autore,” l’illustratore del libro per ragazzi”, è svolta direttamente dai lettori/autori che sono chiamati in prima persona a dare corpo alle suggestioni visive che il testo sa evocare.
In questi laboratori viene impiegato regolarmente l’utilizzo di mezzi multimediali per la raccolta e la sistematizzazione dei materiali prodotti, che vengono opportunamente registrati e documentati con mezzi fotografici e video e montati in filmati che vengono riprodotti e distribuiti a tutti i partecipanti. La pratica della documentazione audio e video è funzionale all’intento di mettere al centro dell’interesse il percorso creativo: i partecipanti diventano così in prima persona gli attori protagonisti di ciò che accade nello spazio del laboratorio.
La restituzione del percorso condotto da ciascun partecipante del gruppo sotto forma di materiale video è una forma di rafforzamento dell’identità attraverso il riconoscimento del proprio operato in un oggetto permanente che, al pari degli oggetti materiali effettivamente prodotti, entra a far parte del proprio bagaglio personale.
Inoltre la documentazione audio e video, permettendo la visibilità all’esterno delle esperienze condotte e quindi la loro socializzazione al di fuori dell’ambito del gruppo, è una forma di rafforzamento della legittimità del percorso creativo.
Il metodo operativo di questi laboratori consiste nel fornire l’opportunità di operare liberamente in contesti adeguati senza l’imposizione, esplicita od implicita, di schemi predeterminati di tipo estetico, compositivo o tecnico. Determinante, in questa impostazione è l’atteggiamento dell’operatore che deve spogliarsi di qualsiasi ruolo di guida (sentendosi anche implicitamente portatore di valori estetici precostituiti): la sua figura deve essere assolutamente neutra dal punto di vista del sapere e nello stesso tempo deve saper comunicare un atteggiamento di piena fiducia e di “servizio” nei confronti degli attori. All’atteggiamento di guida e di valutatore deve sostituirsi quello di incoraggiatore: l’operatore deve saper comunicare la fiducia nell’operare della persona impegnata nello sforzo della creazione.
L’avventura dello scoiattolo – laboratorio di narrazioni per immagini condotto da Andrea Sola
Il laboratorio è stato condotto nell’anno scolastico 2011/12 con gli allievi della scuola democratica Kiskanu di Verona.
Educazione democratica. Rivista di pedagogia politica
Gli Asini
E’ uscito il nuovo numero de “Gli Asini”, rivista bimestrale di educazione e intervento sociale. http://www.gliasini.it/
Vedi anche la versione online all’indirizzo: http://gliasinirivista.org/
Dedalo e Icaro – videostoria per immagini
LA NAVE NINA – VIDEOSTORIA
video-storia per immagini; classe prima elementare – anno 2008 – scuola M. Foscarini Venezia
E’ uscito il numero 191 di “Una città” di cui riportiamo, di seguito, il sommario.
- E’ uscito il numero 191 di “Una città” di cui riportiamo, di seguito, il sommario.
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http://www.unacitta.it/newsite/abbonamentinew.asp - LA COPERTINA riproduce uno dei fotomontaggi celebrativi dei cent’anni del Tuc, Trades Union Congress, la confederazione dei sindacati britannici: la foto, che raffigura un disoccupato del 1929, è incorniciata dalla cassa dell’orologio commemorativo realizzato in occasione del meeting di Londra della Prima Internazionale (1865), che annunciò l’adozione dell’obiettivo delle 8 ore di lavoro. La dedichiamo a Pino Ferraris e a tutti coloro che hanno sperato di vedere una sinistra “della società” e non “dello stato”, che pensavano che la scelta del modello tedesco, anziché di quello inglese, la scelta marxista cioè, da parte dei socialisti italiani fosse stata sbagliata, e anche funesta in qualche modo, in un’Europa in cui la statolatria totalitaria, di destra e di sinistra, stava gettando le basi di un’immane catastrofe.ADDIO PINO. Ricordiamo l’amico e maestro Pino Ferraris con gli interventi di Francesco Ciafaloni e Alessandro Coppola e ripubblicando la sua intervista su Osvaldo Gnocchi-Viani e un suo racconto autobiografico (da pag. 3 a pag. 8).
http://www.unacitta.it/newsite/index2.asp?ref=indexpinoFLESSIBILITA’ AL RIBASSO. Per i lavoratori autonomi la crisi degli ultimi anni ha comportato un calo delle tariffe e un ritardo dei pagamenti, a cui oggi si aggiunge anche un’estrema difficoltà a trovare nuove commesse; la necessità di riqualificarsi pena il rischio di dover lasciare; un peggioramento delle condizioni di cui gli stessi autonomi, disposti finora a subire condizioni inaccettabili, sono corresponsabili; la curiosa formula del nuovo regime dei minimi che agevola le partite Iva giovani e “povere”. Intervista ad Anna Soru e Dario Banfi (da pag. 9 a pag. 12).IL PERMACULTORE. Prendere e tornare in Sardegna, acquistare un pezzo di terra e metter su un’azienda agricola ispirata ai principi della permacultura: gli accorgimenti per il risparmio energetico e il ciclo pecore-asini-galline che permette di avere un prato inglese quasi senza l’intervento dell’uomo; i momenti di sconforto per un isolamento non voluto e però anche la soddisfazione di vivere con quello che si produce. Intervista a Alessandro Caddeo (da pag. 13 a pag. 15).
http://www.unacitta.it/newsite/intervista.asp?id=2206IO HO DUE PAPA’! La decisione, dopo anni di dubbi e discussioni, di diventare genitori; la figura della “donatrice”, quella della “portatrice”, e il problema del compenso alle donne che fanno “gestazione per altri”; l’assenza di un riconoscimento giuridico, che può rendere le cose dolorose, paradossalmente più in caso di separazione che di morte; le esperienze di mutuo aiuto e la rassicurante constatazione che alla fine questi bambini sono il miglior argomento a favore della possibilità per gli omosessuali di avere figli. Intervista a Tommaso Giartosio e Gianfranco Goretti (da pag. 16 a pag. 19).
LA CUPARELLA DI PORCINAI. La scelta di spendere le proprie competenze nel pubblico, per potersi occupare veramente dei monumenti; la passione per parchi e giardini e la scelta, passati i 50 anni, di tornare in formazione; la figura di Pietro Porcinai, architetto e paesaggista toscano, la cui opera, che consta di oltre mille giardini, rischia di andare perduta. Intervista a Marina Fresa (da pag. 20 a pag. 23).
UNA SERATA MAGNIFICA. Federica Bosi, l’ultima notte dell’anno, ha seguito gli operatori di una cooperativa torinese in giro per la città a portare generi di conforto a chi, per tanti motivi, è finito a vivere sulla strada (pag. 23).
LUOGHI: nelle centrali, la straordinaria esperienza di un’organizzazione internazionale, Kiwanja, che da anni lavora per colmare il digital divide dei paesi in via di sviluppo.
CANTIERE TUNISIA. Stefania Sinigaglia, di ritorno dalla Tunisia, ci parla di un paese che stenta a mantenere le promesse alimentate nei mesi dello scoppio della rivoluzione: il lavoro che manca, l’economia che peggiora, i barbuti e le donne velate che aumentano stanno creando un senso di grande frustrazione, specie tra i giovani; il mistero dei tunisini scomparsi (pag. 26-27).
CRISI, MIGRAZIONI E BUON VICINATO. Massimo Livi Bacci (neodemos.it) ci parla di una Tunisia in una situazione estremamente critica e che però, dal punto di vista demografico, può essere definita un paese “maturo”, con bassi tassi di natalità e alta speranza di vita (pag. 27).
LOSING CONTROL. A causa delle trasformazioni geopolitiche, economiche e tecnologico-industriali del dopo-guerra fredda, la capacità degli Stati Uniti di controllare la diffusione delle tecnologie sensibili a potenziali rivali si è considerevolmente erosa; le tecnologie duali e la Cina che ha superato gli Usa nei supercomputer. Intervista a Hugo Mejier (da pag. 28 a pag. 30).
L’OLIO DI RISERVA. L’insegnamento di Sergio Quinzio e la sua idea che la tradizione ebraico-cristiana sia stata traviata dall’ellenismo; i Vangeli che non hanno paura di dir la verità raccontando anche le mascalzonate di Pietro e quel parlare nelle piccole comunità primitive del regno a venire; San Paolo che credeva di non morire; una chiesa che non annuncia più la verità fondamentale della resurrezione dei corpi, che sola potrà sanare l’ingiustizia passata. Intervista a Daniele Garota (da pag. 31 a pag. 35).
http://www.unacitta.it/newsite/intervista.asp?id=2207PAVONE 32, TURSI 45. I giorni all’indomani del 25 luglio del ‘43, quando in molti si illusero che fosse tutto finito; le circostanze straordinarie dell’arresto, e poi i mesi a Regina Coeli, ad ascoltare le “conferenze” di Ginzburg, Rossi-Doria, Muscetta…; il giorno in cui Leone fu portato via; l’incontro fondamentale con Nestore Tursi, tra i primi ad aderire al Pci e presto uscitone con il “gruppo dei tre”, spirito libero e coraggioso che aveva conosciuto le carceri italiane e francesi. Intervista a Claudio Pavone (da pag. 36 a pag. 39).
http://www.unacitta.it/newsite/intervista.asp?id=2204TI ASPETTO LUNEDI’. Il ricordo degli insegnanti antifascisti del Berchet, le attività clandestine, la fuga in Svizzera e poi il ritorno in Italia, l’impegno nel Partito liberale, la carriera alla Comit di Mattioli e poi alla Caboto…; l’impegno sociale e politico che, assieme al lavoro e agli amici, danno senso alla vita. Intervista a Federico Magnifico (da pag. 40 a pag. 43).
http://www.unacitta.it/newsite/intervista.asp?id=2205RICORDANDO HAVEL. Nella sua “Lettera dall’America”, Gregory Sumner ricorda l’impegno, ma soprattutto la lezione di umiltà, di Vaclav Havel, la cui testimonianza ha ancora qualcosa da dire alla nostra società (pag. 43).
LETTERA DALLA CINA. Ilaria Maria Sala ci parla delle recenti elezioni a Taiwan che dimostrano, casomai ce ne fosse bisogno, che non c’è alcuna incompatibilità tra democrazia e cultura cinese (pag. 45).
LA VISITA è alla tomba di Bruno Buozzi.
APPUNTI DI UN MESE. Si parla di Bitcoin, le monete fatte di righe di codice, di un libro uscito in Francia in cui ci si chiede se i gay si stanno spostando a destra, di un appello del gruppo Martin Buber – Ebrei per la Pace, di Alzheimer e vecchiaia, della legge francese che punisce con il carcere chi nega il genocidio armeno, su cui già Hrant Dink, il giornalista armeno ucciso, aveva espresso dei dubbi, di crisi greca, del preoccupante proibizionismo algerino, e poi delle scuole libere inglesi, di quel che sta succedendo in Ungheria e di deputati d’altri tempi, come Antonio Fratti che appena eletto in parlamento partì per combattere a fianco dei patrioti greci e lì morì; eccetera eccetera (da pag. 44 a pag. 47).
PER UNA SCUOLA NELL’AGRO ROMANO. “Coperte le spese della prima aula (poco oltre duemila lire) s’iniziò lo scorso ottobre il compimento del progetto. Ora le due aule (artisticamente decorate da Duilio Cambellotti) sono finite: accanto alla prima è una cameretta per il maestro, accanto alla seconda una camera comoda e luminosa per l’ambulatorio medico”; per il “reprint” dell’ultima pubblichiamo un testo uscito sull’”Unità” di Gaetano Salvemini il 5 giugno del 1914.
Nel sito è consultabile gratuitamente anche l’intero archivio di interviste di “Una Città” (2300 circa).
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