Tre articoli sulla Finlandia. Il racconto di un insegnante elementare americano trasferitosi ad Helsinky, una sintesi del suo funzionamento e un resoconto approfondito sulla evoluzione del sistema scolastico.

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Peter Gray, Lasciateli giocare.

da L’Internazionale (12/2013)

Per approfondire si possono ascoltare le conferenze di Peter Gray (in inglese) a questi link:

https://www.youtube.com/watch?v=EFsLrdOX2vY (prima parte)

https://www.youtube.com/watch?v=PxR91b3dNtg (seconda parte)

https://www.youtube.com/watch?v=-Gnwz4aV-yc

Peter Gray ha recentemente pubblicato il libro “Free to learn”   http://www.freetolearnbook.com

L’ultimo articolo di Peter Gray qui (in inglese)

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un articolo sulle attività’ di Andrea Sola del Centro Pandora di Forte Marghera, Mestre

Segnaliamo un articolo sulle attività’ di Andrea Sola del Centro Pandora di Forte Marghera, Mestre

http://laprimascuola.wordpress.com/2013/11/26/modellare-argilla-con-bambini/

La scuola che verrà. Test e meritocrazia negli Usa, di Francesca Nicola. Dal n. 18 de “GLI ASINI”

Gli esiti problematici dell’ultima riforma della scuola americana tesa a migliore gli standard educativi attraverso una precisa valutazione dei risultati scolastici degli alunni, della professionalità dei singoli docenti e dell’efficienza degli istituti. L’uso sistematico dei test per favorire la trasparenza meritocratica rischia di scoraggiare lo spirito critico, costruire intelligenze contabili e spingere gli insegnanti a scorrettezze pur di salvare il posto di lavoro.

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LE INSIDIE DELLA VALUTAZIONE, di M. Boarelli, dal N. 18 della rivista “GLI ASINI”

Le insidie della valutazione

 

di Mauro Boarelli

LEGGI L’ARTICOLO

Questo articolo è uscito sul numero 18 de “Gli asini”, ottobre/novembre 2013Abbonati ora per avere la versione cartacea.

Mani con occhio

 

“[…] Tu dovresti essere nella progettazione.”

“Non ho attitudine alla progettazione” disse Bud. “I test lo hanno dimostrato.”

Ci doveva essere anche questo, sulla sua scheda sfortunata. C’erano tutti i risultati del suo test attitudinale: immutabili, irrevocabili, e la scheda aveva sempre ragione. “Ma tu saiprogettare” disse Paul. “E lo fai con più estro e fantasia delle primedonne del laboratorio.” […]

“Ma il test dice di no” disse Bud.

Kurt Vonnegut, Player Piano, 1952

 

PRESENTAZIONE DEL SITO www.educareallaliberta.org

QUALCHE PRINCIPIO

L’attuale crisi dei sistemi educativi e formativi ha la sua origine nella presenza di un vuoto culturale che riguarda la incapacità di attenzione all’infanzia ed alla giovinezza, cioè alla sostanza del rapporto educativo, non soltanto da parte delle istituzioni ma dell’intera compagine sociale.

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Centro Pandora: dopoNONscuola a Mestre

PERCHE’ UN DOPONONSCUOLA  A FORTE MARGHERA

Questa attività extrascolastica vuole offrire alle famiglie l’opportunità di far vivere ai bambini una esperienza di socialità diversa da quelle usuali: è basata sull’ accoglienza dei bambini in uno spazio a loro dedicato e che possano col tempo sentire come proprio; un contesto in cui le varie attività non siano finalizzate a priori (non una serie di “corsi” o laboratori specifici), ma lascino ai bambini la possibilità di sviluppare liberamente i loro interessi offrendo loro una ampia serie di alternative possibili.

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Intervista ad Andrea Sola sulle pratiche educative libertarie a cura di Graziella Pesce per awakeningzone.com

L’intervista, andata in onda sulla web radio Awakeningzone, tratta dell’esperienza dei laboratori di narrazione per immagini “Il gesto e la parola” e della pratica della educazione libera ed autogestita.

“Un’altra scuola è possibile” RASSEGNA VIDEO SULLE TEMATICHE DELLA SCUOLA E DELLA EDUCAZIONE

“Un’altra scuola è possibile”

 RASSEGNA VIDEO SULLE TEMATICHE DELLA SCUOLA E DELLA EDUCAZIONE 

alla Centrale Plip di Mestre e al Circolo Arci F.Trentin Baratto di Venezia

a cura di Andrea Sola

 

Su richiesta le proiezioni possono essere anche fatte  nelle scuole o in altre sedi nel resto d’Italia.

Lunedì 8 aprile  alle ore 18,15 al Circolo Arci  di Venezia

Martedì 9 aprile, ore 21 alla Centrale Plip di Mestre

Quando negli anni sessanta ancora si sperava che la scuola potesse cambiare.

Estratti da: Diario di un maestro di Vittorio De Seta e  I malestanti (2003) di C. Di Mambro, L. Mandrile, M. Venditti (un film sulla vita adulta dei protagonisti del Diario).

Il celebre film di Vittorio De Seta del 1972 in cui viene ripresa la vera esperienza scolastica di un maestro/attore in una borgata romana.

 

Lunedì 15 aprile  alle ore 18,15 al Circolo Arci  di Venezia

Martedì 16 aprile, ore 21 alla Centrale Plip di Mestre

Il movimento delle Scuole Democratiche in Israele. 

Dal 1985 in Israele sono nate numerosissime scuole autogestite basate sui principi libertari della rispetto del bambino, della libertà e della responsabilità individuale nell’apprendimento, della pratica della democrazia all’interno delle scuole. Lo Stato sta gradualmente accettando di finanziarle e soprattutto di portare queste esperienze all’interno delle scuole normali. E’ anche nata una facoltà universitaria in cui si studia questo modo di fare scuola.

 

Lunedì 22 aprile  alle ore 18,15 al Circolo Arci  di Venezia

Martedì 23 aprile, ore 21 alla Centrale Plip di Mestre

Il dottor Korkzac di Andrej Vajda ed estratti dalle sue trasmissioni radio.

Il grande maestro polacco vissuto tra le due guerre che ha fatto del profondo rispetto per il bambino la guida del suo agire, portando la sua scelta fino alle estreme conseguenze.

 

Lunedì 29 aprile  alle ore 18,15 al Circolo Arci  di Venezia

Martedì 30 aprile, ore 21 alla Centrale Plip di Mestre

La crisi degli adolescenti e la scuola superiore: problema insolubile?

Selezione di filmati sulla vita delle scuole superiori; l’esempio del Liceo Statale Autogestito di Parigi.

 

Su richiesta le proiezioni possono essere anche fatte  nelle scuole o in altre sedi.

 

 

La rassegna  si terrà alla Centrale Plip , via San Donà 195, Mestre (VE) e al Circolo Arci F.Trentin Baratto, Cannaregio 4008, Santa Sofia, Venezia

www.oltrescuola.org – email: infoeducareallaliberta.org – tel 3381376675

 

 

Paulo Freire: l’esperienza educativa in Cile – intervista

Nell’intervista proposta nell’unità audiovisiva, il pedagogo spiega il metodo, adottato in Cile, di “alfabetizzazione creativa”. L’obiettivo ad esso sotteso, ovvero la graduale presa di coscienza della realtà degli allievi adulti e analfabeti, veniva realizzato attraverso un percorso fatto di parole loro familiari. Nelle sequenze che riprendono una lezione in classe, si rende visibile la validità del metodo, il quale permetteva loro di impadronirsi, oltre che dei meccanismi linguistici, anche del significato reale, verificabile nella vita di ogni giorno, dei concetti appresi.

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Intervista ad un’allieva della Sudbury School di Gerusalemme – di Andrea Sola

La scuola “Sudbury” di Gerusalemme, frequentata da allievi che vanno dai 6 ai 18 anni, fa parte delle numerose scuole ‘democratiche’ sorte in Israele negli ultimi 25 anni. Le scuole “Sudbury” sono circa 35 nel mondo e prendono il nome dalla omonima scuola Sudbury Valley School, fondata nel 1968 a Framingham, Massachusetts, negli Stati Uniti, dove si mette in atto una forma di gestione particolarmente libera della pratica scolastica. L’intervista è stata realizzata da Andrea Sola nel 2011.

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Video-intervista a un’insegnante della free school “Sudbury” di Gerusalemme

La scuola “Sudbury” di Gerusalemme, frequentata da allievi che vanno dai 6 ai 18 anni, fa parte delle numerose scuole ‘democratiche’ sorte in Israele negli ultimi 25 anni. Le scuole “Sudbury” sono circa 35 nel mondo e prendono il nome dalla omonima scuola  Sudbury Valley School, fondata nel 1968 a Framingham, Massachusetts, negli Stati Uniti, dove si mette in atto una forma di gestione particolarmente libera della pratica scolastica. L’intervista è stata realizzata da Andrea Sola nel 2011.

vedi l’intervista

Il centro territoriale ‘Mammut’ di Scampia. Video-intervista a Giovanni Zoppoli

PER GUARDARE IL VIDEOwatch?v=PUNQvXloAAA

Intervista a Giovanni Zoppoli, uno dei fondatori del centro territoriale ‘Mammut’ di Scampia, Napoli, realizzata da Andrea Sola nel 2011.

Il Centro territoriale Mammut è un progetto nazionale di ricerca-azione nato nel 2007. Partito da Scampia, ha coinvolto città del Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Liguria. Obiettivo del progetto è produrre innovazione metodologica con percorsi educativi rivolti a bambini, ragazzi e adulti caratterizzati dalla eterogeneità di provenienza sociale e politica.

Il progetto Mammut è partito dalla condivisione delle difficoltà che insegnanti e educatori di diverse regioni italiane trovavano nel proprio lavoro quotidiano. Cercando di accorciare la schizofrenia tra chi studia e chi lavora su campo, ne è nata una ricerca metodologica ispirata alla ricerca azione. Le finalità sono quelle di dare un contributo alla scuola nuova, perché il tempo dell’apprendimento sia tempo di liberazione, a partire dal corpo, dalla curiosità, da intuiti e talenti di cui ciascuno è portatore nella sua unicità. Una scuola che si fa città, dove la città è la Scuola.

“Come partorire un Mammut (senza rimanerci schiacciati sotto)”, Marotta & Cafiero edizioni,  2010, Napoli,  è un primo resoconto dell’opera di scrittura collettiva che questa ricerca ha prodotto, essendo sua finalità non solo di incidere sul fare concreto degli educatori coinvolti e delle loro agenzie educative, ma anche produrre pensiero critico e innovazione pedagogia.

Mammut, Piazza Giovanni Paolo II Scampia- Napoli – tel/fax 081 7011674

www.mammutnapoli.org

mammut.napoli@gmail.com

 

Le molte vie dell’apprendere. Un video di Andrea Sola.

Un video di Andrea Sola. Maggio 2012
Interviste originali
Brani da:
– “A pretty cool system” film , realizzato da k.r.a.t.z.a.
– Felice! di M.Antonelli e R.Klain.

GUARDA IL VIDEO
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Introduzione di Andrea Sola alla proiezione del video presso Forte Marghera a MESTRE il 30 maggio 2012

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Cinque trasmissioni radio sull’insegnamento Montessori

Educare alla libertà, appunti sulla contemporaneità e la pratica dell’insegnamento Montessori. Di Davide Tosco
Dal programma Tre soldi di Rai3.

Prima puntata:
prima trasmissione del 10\9\2012

Seconda puntata:
TRE SOLDI del 11_09_2012 – P02

Terza puntata:
TRE SOLDI del 12_03_2012 – P03

Quarta Puntata:
TRE SOLDI del 13_09_2012 – P04

Quinta puntata:
TRE_SOLDI_del_14_09_2012_-_P05

intervista a Carl Honorè: L’infanzia non è una corsa

 

Vorrei iniziare questo intervento con un’osservazione, ovvero che se c’è qualcosa che ho imparato quest’anno è che l’ironia suprema di pubblicare un libro che invita le persone a rallentare è che devi andare in giro a promuoverlo molto in fretta. Ultimamente mi sembra di passare la maggior parte del mio tempo a zigzagare di città in città, di studio televisivo in studio televisivo, di intervista in intervista, e di servire il libro in bocconcini molto piccoli. 

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Il sorriso gelato, una benemerita iniziativa dell’Ass.Artigiani di Rimini contro il bullismo. su “Una Città”, n. 184

 

Insegnanti, genitori e gelatai si sono impegnati in una forma di azione educativa sul territorio che rappresenta un prezioso esempio di coinvolgimento dei cittadini. intervista a Primula Lucarelli

 

 

 

E’ uscito il numero 196 di “Una città” di cui riportiamo il sommario.


UNA CITTÀ n. 196 / 2012 Agosto-Settembre

E’ possibile farsi un’idea della rivista (mensile di interviste e foto, di 48 pagine, senza pubblicità) andando al sito http://www.unacitta.it o richiedendo copia saggio a mailing@unacitta.org.

LA CO­PER­TI­NA è de­di­ca­ta agli ope­rai di Ta­ran­to.
L’UMIL­TA’ DEL­LA DE­MO­CRA­ZIA. Una de­mo­cra­zia eli­ta­ri­sta, in cui, in no­me del­la com­pe­ten­za, con­ta­no so­lo gli ef­fet­ti del­le de­ci­sio­ni, non il mo­do in cui ven­go­no pre­se; una cri­ti­ca al­la de­mo­cra­zia che vie­ne da lon­ta­no e che la ve­de co­me pu­ra ma­sche­ra­tu­ra, ca­so­mai pu­re uti­le in quan­to il­lu­so­ria per la gen­te, dell’ine­vi­ta­bi­le po­te­re del­le éli­te; un ple­bi­sci­ta­ri­smo in cui i cit­ta­di­ni so­no so­lo una mas­sa in­for­me; la de­mo­cra­zia che non vuol af­fat­to ap­piat­ti­re tut­ti ma so­lo neu­tra­liz­za­re i pri­vi­le­gi del­la for­tu­na e del­la cul­tu­ra; è la “di­ver­si­tà” de­mo­cra­ti­ca a for­ma­re quel­la che i pa­dri fon­da­to­ri ame­ri­ca­ni chia­ma­va­no “ari­sto­cra­zia na­tu­ra­le”. In­ter­vi­sta a Na­dia Ur­bi­na­ti (da pag. 3 a pag. 6).
IL BIO­ME­DI­CA­LE E L’AC­CIA­IO. Un “ap­pun­to” di Fran­ce­sco Cia­fa­lo­ni sul­la ri­pre­sa del­le espor­ta­zio­ni, con uno sguar­do al di­stret­to di Mi­ran­do­la, che va mol­to be­ne no­no­stan­te il ter­re­mo­to, e all’Il­va, che con­ti­nua a gua­da­gna­re, an­che se a prez­zo del­la sa­lu­te dei suoi ope­rai (pag. 7).
IN­VI­SI­BI­LI. Giu­sep­pi­na Vir­gi­li, im­pren­di­tri­ce dell’ab­bi­glia­men­to, rac­con­ta le tra­ver­sie che, do­po trent’an­ni, l’han­no por­ta­ta a do­ver chiu­de­re la sua dit­ta: i clien­ti che smet­to­no di pa­ga­re, le ban­che che da al­lea­te di­ven­ta­no ne­mi­che e chiu­do­no il cre­di­to, i pro­fes­sio­ni­sti che smet­to­no di se­guir­ti, le isti­tu­zio­ni che non ascol­ta­no, la so­li­tu­di­ne…; l’idea, an­che per usci­re dal­la di­spe­ra­zio­ne, di met­ter­si as­sie­me ad al­tri e fon­da­re un’as­so­cia­zio­ne per da­re vo­ce ai pic­co­li im­pren­di­to­ri, ve­ra spi­na dor­sa­le del pae­se (da pag. 8 a pag. 11).
PER­CHE’ E’ CA­DU­TA L’OC­CU­PA­ZIO­NE GIO­VA­NI­LE? Nel­la ru­bri­ca “neo­de­mos”, Lu­cia­no Ab­bur­rà ci spie­ga co­me la ca­du­ta dell’oc­cu­pa­zio­ne gio­va­ni­le ab­bia in­te­res­sa­to so­prat­tut­to le po­si­zio­ni pro­fes­sio­na­li in­ter­me­die, men­tre pro­fes­sio­ni di ran­go su­pe­rio­re e in­fe­rio­re sem­bra­no aver avu­to un an­da­men­to di cre­sci­ta o al­me­no di sta­bi­li­tà (pag. 11).
ESO­DA­TI, DE­RO­GA­TI, SI­LEN­TI. Fran­ce­sca Tor­nie­ri, dell’In­ca Cgil di Ve­ro­na, ci rac­con­ta di co­me ne­gli ul­ti­mi me­si sia­no sta­ti tra­vol­ti dall’au­men­to del­le do­man­de di di­soc­cu­pa­zio­ne, ma an­che dal­le pra­ti­che di chi vuo­le ca­pi­re il pro­prio de­sti­no pre­vi­den­zia­le; le tan­te nor­me suc­ce­du­te­si ne­gli ul­ti­mi an­ni, l’al­lun­ga­men­to del­le fi­ne­stre, l’in­nal­za­men­to dell’età pen­sio­na­bi­le, il ca­so di chi ri­schia di per­de­re i con­tri­bu­ti ver­sa­ti e di chi in­ve­ce, all’im­prov­vi­so si tro­va sen­za am­mor­tiz­za­to­re e sen­za pen­sio­ne; il pro­ble­ma, gra­ve, del­la so­ste­ni­bi­li­tà de­gli am­mor­tiz­za­to­ri so­cia­li (da pag. 12 a pag. 14).
IE­RI E’ PAS­SA­TO… L’abi­tu­di­ne all’al­col fin da gio­va­ne, le pri­me sbor­nie, l’in­con­tro con la co­cai­na che cor­reg­ge gli ef­fet­ti dell’abu­so di al­co­li­ci e ren­de ef­fi­cien­ti, l’il­lu­sio­ne di aver tro­va­to il pa­ra­di­so… e poi i pri­mi pro­ble­mi, an­che eco­no­mi­ci, il ri­cor­so all’al­col fin dal mat­ti­no, i pri­mi ri­co­ve­ri, la fru­stra­zio­ne di non riu­sci­re a uscir­ne, i pro­ble­mi con la fa­mi­glia, l’in­fer­no del­la di­pen­den­za… fi­no a quel­la pri­ma se­ra agli Al­co­li­sti Ano­ni­mi, quan­do cam­biò tut­to. In­ter­vi­sta a Mau­ri­zio (da pag. 15 a pag. 17).
SCUO­LE LI­BE­RE. Tho­mas Pac­ker ci par­la del­la sua espe­rien­za di pre­si­de del­la We­st Lon­don, una del­le pri­me 24 Free School na­te in Gran Bre­ta­gna, scuo­le fon­da­te da in­se­gnan­ti, ge­ni­to­ri o co­mu­ni­tà, au­to­no­me nel­la scel­ta dell’of­fer­ta for­ma­ti­va, nel­le as­sun­zio­ni de­gli in­se­gnan­ti e nel­la ge­stio­ne del bud­get, ma fi­nan­zia­te dal­lo Sta­to; l’im­por­tan­za del­la di­sci­pli­na e la scel­ta di in­se­gna­re il la­ti­no (da pag. 18 a pag. 21).
IL PAR­TI­TO DEL­LA PRO­PRIE­TA’. Gre­go­ry Sum­ner, nel­la “let­te­ra dall’Ame­ri­ca”, ri­cor­da Go­re Vi­dal e il suo mo­ni­to con­tro il “Par­ti­to del­la pro­prie­tà”, da sem­pre for­te in Ame­ri­ca; le oc­ca­sio­ni per­du­te di Oba­ma (pag. 22).
LUO­GHI. Nel­le cen­tra­li com­me­mo­ria­mo l’an­ni­ver­sa­rio del­l’11 set­tem­bre.
IL BAR SI CHIA­MA RO­SA EL­LE. Trent’an­ni fa un grup­po di tren­ta­cin­que gio­va­ni te­de­schi, stan­chi di par­te­ci­pa­re tut­ti i gior­ni a una qual­che ma­ni­fe­sta­zio­ne “con­tro”, de­ci­se­ro di fon­da­re sul­le col­li­ne um­bre una co­mu­ne che vi­ve tut­to­ra, mal­gra­do una ter­ra ari­da, i fi­gli che non re­sta­no, le vi­cen­de af­fet­ti­ve in­tri­ca­te. Ne par­la­no Bea­trix, In­grid, Sa­bi­ne e Il­di­ko (da pag. 27 a pag. 31).
PER­DE­RE LA PA­CE. Il de­cen­na­le con­flit­to dell’Ar­me­nia con l’Azer­bai­jan per il Na­gor­no-Ka­ra­ba­kh e le ana­lo­gie con il Ko­so­vo; la cri­si eco­no­mi­ca e la dif­fi­ci­le tran­si­zio­ne ver­so l’in­te­gra­zio­ne eu­ro­pea. Ap­pun­ti di viag­gio di Pao­lo Ber­ga­ma­schi (pag. 32-33).
LE UGUA­LI OP­POR­TU­NI­TA’. Sul rap­por­to tra li­be­ra­li­smo e li­be­ri­smo Ei­nau­di eb­be a ri­flet­te­re tut­ta la vi­ta; l’am­bien­te To­ri­ne­se di fi­ne Ot­to­cen­to e la straor­di­na­ria espe­rien­za del “la­bo­ra­to­rio di eco­no­mia po­li­ti­ca”, la cri­si dei li­be­ra­li tra le due guer­re; l’in­te­res­se per il mo­vi­men­to so­cia­li­sta e la suc­ces­si­va de­lu­sio­ne; la cri­ti­ca ai mo­no­po­li e la po­le­mi­ca con Cro­ce sul­la pos­si­bi­li­tà di es­se­re li­be­ri in una so­cie­tà il­li­be­ra­le; gli al­lie­vi Go­bet­ti e Ros­sel­li; l’im­por­tan­za del­le re­go­le in un re­gi­me di li­be­ro mer­ca­to e la pre­oc­cu­pa­zio­ne per uno Sta­to trop­po in­va­si­vo. In­ter­vi­sta a Ro­ber­to Mar­chio­nat­ti (da pag. 34 a pag. 38).
IL CON­DI­ZIO­NA­LE AT­TE­NUA­TI­VO. Ri­chard Sen­nett par­la del­le do­ti ri­chie­ste per vi­ve­re in una so­cie­tà in cui sia­mo chia­ma­ti a con­vi­ve­re con per­so­ne con va­lo­ri e abi­tu­di­ni di­ver­se dal­le no­stre, in pri­mis l’em­pa­tia, che è di­ver­sa dal­la sim­pa­tia; la cri­si del­le scuo­le pub­bli­che e il ruo­lo dei so­cial net­work; l’espe­rien­za di Se­iu, il sin­da­ca­to ame­ri­ca­no del per­so­na­le dei ser­vi­zi, che or­ga­niz­za asi­li e as­si­sten­za agli an­zia­ni; la gra­ti­fi­ca­zio­ne che si pro­va quan­do si smet­te di ave­re pau­ra dell’al­tro (da pag. 39 a pag. 41).
“BIO­LO­GI­CO”. Gior­gio For­ti in­ter­vie­ne sul di­bat­ti­to aper­to dall’in­ter­vi­sta ad An­to­nio Pa­sca­le, spie­gan­do per­ché non ha sen­so par­la­re di agri­col­tu­ra “bio­lo­gi­ca” e qua­li so­no i mo­ti­vi per cui in­ve­ce ha sen­so op­por­si agli Ogm (pag. 42-43).
LET­TE­RA DALL’IN­GHIL­TER­RA. Be­lo­na Gree­n­wood ci par­la dell’in­fla­zio­ne del­le pa­ro­le, di un esu­le cu­ba­no e dell’in­cer­to de­sti­no del­le pic­co­le ri­vi­ste in­di­pen­den­ti (pag. 45).
LA VI­SI­TA è al­la tom­ba di Nel­lo Tra­quan­di.
AP­PUN­TI DI UN ME­SE. Si par­la di Ga­za do­ve è in cor­so un ine­di­to boom edi­li­zio e di una fab­bri­ca di ge­la­ti del We­st Bank, di scuo­le ru­me­ne, del di­bat­ti­to in cor­so in Gran Bre­ta­gna sul co­sto del­la non au­to­suf­fi­cien­za e sul­la quo­ta da chie­de­re agli as­si­sti­ti, di ban­che del tem­po e mo­ne­te lo­ca­li in Spa­gna, di soap-ope­ra in Si­ria, di mor­ti in car­ce­re, di quan­to sia po­co sa­no un mon­do po­ve­ro di mi­cro­bi, ec­ce­te­ra ec­ce­te­ra (da pag. 44 a pag. 47).
IL VEC­CHIO CER­VI. “Il pre­si­den­te ave­va let­to, in un ar­ti­co­lo di Ita­lo Cal­vi­no, che tra i li­bri dei set­te fra­tel­li, si no­ve­ra­no al­cu­ni fa­sci­co­li del­la ri­vi­sta La Ri­for­ma So­cia­le, un tem­po da lui di­ret­ta e poi sop­pres­sa dal re­gi­me fa­sci­sti­co, e di­ce al pa­dre del­la sua com­mo­zio­ne per po­ter co­sì pen­sa­re con or­go­glio ad un suo rap­por­to spi­ri­tua­le coi mar­ti­ri”; per il “re­print” dell’ul­ti­ma pub­bli­chia­mo un te­sto di Lui­gi Ei­nau­di usci­to su “Il Mon­do” del 16 mar­zo 1954 in cui rac­con­ta del suo in­con­tro, da Pre­si­den­te, con il pa­dre dei fra­tel­li Cer­vi.

Le molte vie dell’apprendere – Introduzione di Andrea Sola alla proiezione del video


La crisi dell’istruzione è sotto gli occhi di tutti, il problema è capirne la natura. Diciamo innanzitutto che non possiamo ridurla agli attacchi che le recenti riforme del sistema scolastico hanno fatto ai finanziamenti pubblici, il problema è più radicale soprattutto nasce ben prima.

Leggi tutto “Le molte vie dell’apprendere – Introduzione di Andrea Sola alla proiezione del video”

“Non conta l’altezza” videostoria

Laboratorio di narrazione per immagini con la classe quinta elementare della scuola M. Foscarini di Venezia; realizzazione di Andrea Sola, giugno 2012

IL GESTO E LA PAROLA Laboratori di narrazione per immagini

IL GESTO E LA PAROLA

Laboratori di narrazione per immagini

 (clicca qui per vedere le videostorie)

L’impostazione dei laboratori di narrazione per immagini consiste nel coniugare l’attività espressiva (la rappresentazione) di tipo estetico alla costruzione di una narrazione.  Il desiderio di fare, la tensione rappresentativa, il bisogno di espressione che è presente in maniera evidente in tutti i bambini ed anche, in forma più o meno latente, negli individui adulti, è il punto di partenza per un percorso  nel campo dell’espressività artistica e narrativa. Il laboratorio è il luogo in cui vengono offerti i mezzi, gli spazi e l’assistenza necessari per costruire liberamente  questa esperienza.

Si tratta di abbandonare la gabbia mentale che vuole il raggiungimento del risultato come il vero fine ultimo dell’operare: questa è in realtà una proiezione dello schema socialmente dominate nella società di mercato che vede nel prodotto il vero fine del lavoro, dello sforzo umano, e che viene fittiziamente esteso anche alle pratiche della espressività estetica.

Il centro dell’esperienza sta nel processo spontaneo della creazione, non nel raggiungimento di un risultato più o meno coerente con canoni estetici predeterminati. Non ci deve essere spazio per la presenza del fantasma dello sguardo adulto: tutte le forme di giudizio, di valutazione devono essere interne al gruppo , devono potersi autoregolare secondo le dinamiche che il gruppo stesso, a seconda della propria composizione, vorrà esprimere.

 

Le due dimensioni del racconto, quella narrativa e quella figurativa, sono fatte oggetto di una elaborazione finalizzata allo sviluppo delle potenzialità espressive e comunicative: il continuo rimando della elaborazione dal piano intellettivo (descrizione con parole) a quello sensitivo (descrizione con figure) e lo scambio dei punti di vista che comporterà, è il mezzo per un arricchimento di ciascuno dei due mezzi espressivi.

Una volta che avranno preso corpo attraverso la narrazione e la rappresentazione figurata, questi scenari diventano così un nuovo grande spazio aperto alla condivisione, il luogo in cui scambiare le diverse narrazioni e sul quale esercitare un nuovo senso della responsabilità: lo spazio di ognuno diventa componente indispensabile dello spazio comune.

 

I temi che possono essere adottati come campi della narrazione possono essere i più vari e di diverso genere, a seconda del contesto in cui si opera e della composizione degli attori: l’età, il tipo di gruppo, i tempi e le modalità del contesto in cui si opera.

Si può partire da racconti elaborati collettivamente o individualmente dagli stessi attori oppure stimolare la elaborazione di esperienze autobiografiche individuali scritte o narrate oralmente, oppure da materiali preesistenti come testi letterari od altro.

 

A titolo d’esempio, ecco alcune delle tematiche proponibili:

La descrizione della propria visione di sé, intesa come estrapolazione delle figure che connotano la propria soggettività più segreta, cioè del modo in cui ciascuno si autorappresenta: dai modi possibili di nominarsi, di descriversi in immagine, di vedersi nei propri rapporti con gli altri.

La individuazione dei luoghi e degli spazi che sono stati vissuti con maggiore senso d’appartenenza: in questo caso ad essere oggetto di autoriflessione sarà il loro ambiente di vita.

La ricerca delle forme della vita di relazione: ai ragazzi viene chiesto di individuare gli ambiti in cui più profondamente viene sentita l’importanza degli altri, le modalità delle relazioni significative di cui si sostanzia il loro vissuto.

La elaborazione in immagini di testi letterari o di  storie elaborate collettivamente, che comporta una  presa di coscienza dell’importanza della componente figurativa nella descrizione della realtà. Può essere il punto di partenza  per sperimentare la forza che può avere una visione “estetica” di un contenuto discorsivo e iniziare quindi a comprendere lo specifico apporto conoscitivo che le immagini danno ad un testo scritto.  In questo contesto la fase della “illustrazione”, che usualmente viene delegata all’intervento di un ulteriore autore,” l’illustratore del libro per ragazzi”, è svolta direttamente dai lettori/autori che sono chiamati in prima persona a dare corpo alle suggestioni visive che il testo sa evocare.

 

In questi laboratori viene impiegato regolarmente l’utilizzo di mezzi multimediali per la raccolta e la sistematizzazione dei materiali prodotti, che vengono opportunamente registrati e documentati con mezzi fotografici e video e montati in filmati che vengono riprodotti e distribuiti a tutti i partecipanti. La pratica della documentazione audio e video è funzionale all’intento di mettere al centro dell’interesse il percorso creativo: i partecipanti diventano così in prima persona  gli attori protagonisti di ciò che accade nello spazio del laboratorio.

La restituzione del percorso condotto da ciascun partecipante del gruppo sotto forma di materiale video è una forma di rafforzamento dell’identità attraverso il riconoscimento del proprio operato in un oggetto permanente che, al pari degli oggetti materiali effettivamente prodotti, entra a far parte del proprio bagaglio personale.

Inoltre la documentazione audio e video, permettendo la visibilità all’esterno delle esperienze condotte e quindi la loro socializzazione al di fuori dell’ambito del gruppo, è una forma di rafforzamento della legittimità del percorso creativo.

 

Il metodo operativo di questi laboratori consiste nel fornire l’opportunità di operare liberamente in contesti adeguati senza l’imposizione, esplicita od implicita, di schemi predeterminati di tipo estetico, compositivo o tecnico. Determinante, in questa impostazione è l’atteggiamento dell’operatore che deve spogliarsi di qualsiasi ruolo di guida (sentendosi anche implicitamente portatore di valori estetici precostituiti): la sua figura deve essere assolutamente neutra dal punto di vista del sapere e nello stesso tempo deve saper comunicare un atteggiamento di piena fiducia e di “servizio” nei confronti degli attori. All’atteggiamento  di guida e di valutatore deve sostituirsi quello di incoraggiatore: l’operatore deve saper comunicare la fiducia nell’operare della persona impegnata nello sforzo della creazione.

Intervista con Yaacov Hecht, fondatore della prima scuola democratica di Israele

YAACOV HECHT

Nel 1987 ha fondato la Scuola Democratica di Hadera, e ha coniato il termine di scuola democratica, che è oggi in uso in tutto il mondo.

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intervista a Drori, insegnante della scuola democratica di Hadera, Israele.

l’intervista è stata realizzata da Andrea Sola nel 2012

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Intervista a due ex allievi delle scuole democratiche

L’intervista è stata realizzata da Andrea Sola nel mese di luglio 2011 in occasione del convegno mondiale delle scuole democratiche , IDEC, svoltosi presso la Sand School nel Davon, Inghilterra.

 

L’avventura dello scoiattolo – laboratorio di narrazioni per immagini condotto da Andrea Sola

Il laboratorio è stato condotto nell’anno scolastico 2011/12 con gli allievi della scuola democratica Kiskanu di Verona.