un bilancio sulla Charter Schools negli Stai Uniti

articolo pubblicato su Norberto Bottani website

Il 4 giugno scorso si è celebrato il 25º anniversario della prima legge emanata negli Stati Uniti sulle Charter Schools quella dello Stato del Minnesota. Questo significa che le Charter Schools sono presenti nel paesaggio scolastico USA da 25 anni. Secondo la visione dei promotori di allora le Charter Schools avrebbero dovuto permettere la creazione di nuove scuole esentate dall’obbligo di rispettare regolamenti e prescrizioni che oberano le scuole primarie e secondarie in cambio per le scuole charter di essere responsabili dei risultati conseguiti.

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Valutazione delle Charter Schools, luglio 2013, di Norberto Bottani

Valutazione delle Charter Schools degli USA

Comparazione tra il rendimento delle “Charter Schools” e le scuole statali tradizionali

Negli USA si è tentato agli inizi del 1990 di proporre una riforma radicale del sistema scolastico statale. Occorre ritenere che negli USA le scuole statali sono la stragrande maggioranza e che la qualità della scuola dell’obbligo (scuole primarie e scuole secondarie) non è brillante. Inoltre nel sistema statale d’istruzione negli USA non ci sono le scuole per l’infanzia.

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Le “Charter Schools” funzionano? da Norberto Bottani website

USA: scuole statali in appalto

Segnalazione di documenti USA sullo stato delle “Charter Schools” e sui risultati conseguiti dalle scuole statali liberate dall’obbligo di applicare i regolamenti scolastici e i curricoli legali. Difficoltà e problemi di valutazione, incertezze persistenti.

USA: scuole statali in appalto

Il modello delle “Charter Schools” realizzato negli USA agli inizi degli anni 90 è oggetto di polemiche e di critiche sin dagli inizi. I partigiani della scuola statale hanno da sempre denunciato questo modello come se fosse un subdolo attacco mirante a smantellare il servizio pubblico d’istruzione e quindi ad accrescere le disuguaglianze sociali di fronte all’istruzione. I promotori delle “Charter Schools” invece considerano che per migliorare l’efficacia delle scuole e per ridurre le disuguaglianze scolastiche occorra in primo luogo alleggerire il peso della burocrazia scolastica e ridurre l’ingerenza dell’amministrazione nell’organizzazione ed il funzionamento delle scuole. Questa controversia ha avuto come effetto quello di stimolare le ricerche scientifiche sulla validità delle “Charter Schools” e quindi sull’efficacia della scuola. Dopo circa vent’anni la partita rimane aperta. Non ci sono prove evidenti e convincenti della superiorità del modello delle “Charter Schools” rispetto alle scuole tradizionali. Occorre precisare che le “Charter Schools” sono scuole pubbliche liberate dall’obbligo di applicare i programmi e i regolamenti che disciplinano le scuole tradizionali. Una scuola che vuole fruire di questa franchigia deve arrangiarsi a funzionare con le risorse finanziarie stanziate per la scuola dall’ente pubblico, pari al costo effettivo globale della scuola, stipendi degli insegnanti inclusi. Dopo vent’anni di funzionamento e dopo avere raccolto una massa considerevole di dati sulle *Charter Schools”, il bilancio è piuttosto deludente. In generale, non ci sono miglioramenti sostanziali e durevoli generati dalle scuole liberate dal peso della burocrazia statale. E’ quindi prematuro anticipare una generalizzazione di questo modello all’intero impianto scolastico. Occorre però anche aggiungere che questa conclusione va presa con cautela perché le moltissime indagini svolte sulle scuole “Charter” non sono metodologicamente convincenti. Le valutazioni quindi sono precarie e discutibili.

La scuola che verrà. Test e meritocrazia negli Usa, di Francesca Nicola. Dal n. 18 de “GLI ASINI”

Gli esiti problematici dell’ultima riforma della scuola americana tesa a migliore gli standard educativi attraverso una precisa valutazione dei risultati scolastici degli alunni, della professionalità dei singoli docenti e dell’efficienza degli istituti. L’uso sistematico dei test per favorire la trasparenza meritocratica rischia di scoraggiare lo spirito critico, costruire intelligenze contabili e spingere gli insegnanti a scorrettezze pur di salvare il posto di lavoro.

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