Record di abbandoni dalla professione di insegnante dopo un solo anno di scuola in Inghilterra

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Germania, In classe ti insegno il lavoro; un articolo di Stefano Vastano. da L’Espresso

Fonti: L’Espresso

Altro che Gymnasium. La scuola migliore di Germania è un istituto professionale. Che mischia le età, abolisce le cattedre, la scegliere le lezioni, è solo femminile. E manda subito in fabbrica

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PRESENTAZIONE DELLE ATTIVITA’ DEL CENTRO PANDORA che ha sede a Mestre all’interno del parco cittadino di Forte Marghera

 Il Centro Pandora è impegnato nella costruzione di esperienze educative basate sui principi della libertà e  del rispetto dei bambini e dei ragazzi; si propone inoltre di costruire occasioni di discussione e confronto per affrontare i problemi dei giovani a partire dalla centralità del rapporto educativo.
 

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la storia di un rapporto profondo tra una maestra ed una allieva: Maria e Dinushi, di Lea Melandri

Quanto contano i legami di sangue, e quanto gli incontri che si fanno nella vita? Un genitore biologico, che non si è fatto in tempo a conoscere, può restare nell’immaginario, nei pensieri segreti di un bambino, maschio o femmina che sia, ma a segnare in modo duraturo la sua individualità nel momento della maggiore dipendenza è inevitabile che siano le persone che se ne prendono cura, occupandosi materialmente e intellettualmente della sua crescita e della sua educazione.

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Non opprimere i figli con l’idea della scuola, di Natalia Ginzburg. 1960

Cos’è il “rendimento scolastico”?

Non opprimere i figli con l’idea della scuola (di Natalia Ginzburg)
copertinaAl rendimento scolastico dei nostri figli, siamo soliti dare un’importanza che è del tutto infondata. E anche questo non è se non rispetto per la piccola virtù del successo. Dovrebbe bastarci che non restassero troppo indietro agli altri, che non si facessero bocciare agli esami; ma noi non ci accontentiamo di questo; vogliamo, da loro, il successo, vogliamo che diano delle soddisfazioni al nostro orgoglio.Se vanno male a scuola, o semplicemente non così bene come noi pretendiamo, subito innalziamo fra loro e noi la bandiera del malcontento costante; prendiamo con loro il tono di voce imbronciato e piagnucoloso di chi lamenta un’offesa. Allora i nostri figli, tediati, s’allontanano da noi. Oppure li assecondiamo nelle loro proteste contro i maestri che non li hanno capiti, ci atteggiamo, insieme con loro, a vittime d’una ingiustizia. E ogni giorno gli correggiamo i compiti, anzi ci sediamo accanto a loro quando fanno i compiti, studiamo con loro le lezioni.In verità la scuola dovrebbe essere fin dal principio, per un ragazzo, la prima battaglia da affrontare da solo, senza di noi; fin dal principio dovrebbe esser chiaro che quello è un suo campo di battaglia, dove noi non possiamo dargli che un soccorso del tutto occasionale e illusorio. E se là subisce ingiustizie o viene incompreso, è necessario lasciargli intendere che non c’è nulla di strano, perché nella vita dobbiamo aspettarci d’esser continuamente incompresi e misconosciuti, e di essere vittime d’ingiustizia: e la sola cosa che importa è non commettere ingiustizia noi stessi. I successi o insuccessi dei nostri figli, noi li dividiamo con loro perché gli vogliamo bene, ma allo stesso modo e in egual misura come essi dividono, a mano a mano che diventano grandi, i nostri successi o insuccessi, le nostre contentezze o preoccupazioni. È falso che essi abbiano il dovere, di fronte a noi, d’esser bravi a scuola e di dare allo studio il meglio del loro ingegno. Il loro dovere di fronte a noi è puramente quello, visto che li abbiamo avviati agli studi, di andare avanti. Se il meglio del loro ingegno vogliono spenderlo non nella scuola, ma in altra cosa che li appassioni, raccolta di coleotteri o studio della lingua turca, sono fatti loro e non abbiamo nessun diritto di rimproverarli, di mostrarci offesi nell’orgoglio, frustrati d’una soddisfazione. Se il meglio del loro ingegno non hanno l’aria di volerlo spendere per ora in nulla, e passano le giornate al tavolino masticando una penna, neppure in tal caso abbiamo il diritto di sgridarli molto: chissà, forse quello che a noi sembra ozio è in realtà fantasticheria e riflessione, che, domani, daranno frutti. Se il meglio delle loro energie e del loro ingegno sembra che lo sprechino, buttati in fondo a un divano a leggere romanzi stupidi, o scatenati in un prato a giocare a football, ancora una volta non possiamo sapere se veramente si tratti di spreco dell’energia e dell’impegno, o se anche questo, domani, in qualche forma che ora ignoriamo, darà frutti. Perché infinite sono le possibilità dello spirito. Ma non dobbiamo lasciarci prendere, noi, i genitori, dal panico dell’insuccesso. I nostri rimproveri debbono essere come raffiche di vento o di temporale: violenti, ma subito dimenticati; nulla che possa oscurare la natura dei nostri rapporti coi nostri figli, intorbidarne la limpidità e la pace. I nostri figli, noi siamo là per consolarli, se un insuccesso li ha addolorati; siamo là per fargli coraggio, se un insuccesso li ha mortificati. Siamo anche là per fargli abbassare la cresta, se un successo li ha insuperbiti. Siamo per ridurre la scuola nei suoi umili ed angusti confini; nulla che possa ipotecare il futuro; una semplice offerta di strumenti, fra i quali forse è possibile sceglierne uno di cui giovarsi domani. Quello che deve starci a cuore, nell’educazione, è che nei nostri figli non venga mai meno l’amore per la vita, né oppresso dalla paura di vivere, ma semplicemente in stato d’attesa, intento a preparare se stesso alla propria vocazione. E che cos’è la vocazione di un essere umano, se non la più alta espressione del suo amore per la vita? (Natalia Ginzburg, Le piccole virtù, pubblicato originariamente su “Nuovi Argomenti” nel 1960)

Ridef 2014: intervista a Inger Nordheden, insegnante Freinet svedese

Ridef 2014: intervista a Inger Nordheden, insegnante Freinet svedese.

Nell’intervista viene descritta l’attuale situazione delle free schools svedesi che hanno una storia più che ventennale e sono completamente fianziate dallo Stato. In particolare si descrive il conflitto in atto tra la tendenza ad un uso economicamente strumentale da parte dei gestori di alcune scuole e la opposizione a questa deriva da parte delle diverse tipologie di scuole libere (Steineriane, Montessori, Freinet ed altre) accomunate da impegno ideale e non finalizzato al profitto.

 

Inger Nordheden insegna al College of Teachers dell’ Università di Stoccolma.E’ stata una delle fondatrici della Freinet School Chesnut di Stoccolma. E’  uscito recentemente il suo ultimo libro “Adventures in Education”, The emerge of the Modern School Movement in Sweden. ForlagKastanien ℅ Inger Nordheden, Nordenflychtsvagen 67, SE –  112 15 Stockholm – Sweden    

Un corpo insegnante affiatato e una vera scuola di comunità

LA PAGELLA IN PDF

Una scuola del piacentino da un anno ha deciso di dimezzare i costi dei libri scolastici e in cambio ha chiesto ai genitori di dotare i figli di un tablet; uno strumento versatile che impone uno stile di insegnamento diverso e anche un ripensamento degli spazi; l’importanza di un corpo insegnante affiatato e di una vera scuola di comunità. Intervista a Daniele Barca, Angelo Bardini e Giusy Vallisa.

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LE INSIDIE DELLA VALUTAZIONE, di M. Boarelli, dal N. 18 della rivista “GLI ASINI”

Le insidie della valutazione

 

di Mauro Boarelli

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Questo articolo è uscito sul numero 18 de “Gli asini”, ottobre/novembre 2013Abbonati ora per avere la versione cartacea.

Mani con occhio

 

“[…] Tu dovresti essere nella progettazione.”

“Non ho attitudine alla progettazione” disse Bud. “I test lo hanno dimostrato.”

Ci doveva essere anche questo, sulla sua scheda sfortunata. C’erano tutti i risultati del suo test attitudinale: immutabili, irrevocabili, e la scheda aveva sempre ragione. “Ma tu saiprogettare” disse Paul. “E lo fai con più estro e fantasia delle primedonne del laboratorio.” […]

“Ma il test dice di no” disse Bud.

Kurt Vonnegut, Player Piano, 1952

 

PRESENTAZIONE DEL SITO www.educareallaliberta.org

QUALCHE PRINCIPIO

L’attuale crisi dei sistemi educativi e formativi ha la sua origine nella presenza di un vuoto culturale che riguarda la incapacità di attenzione all’infanzia ed alla giovinezza, cioè alla sostanza del rapporto educativo, non soltanto da parte delle istituzioni ma dell’intera compagine sociale.

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Intervista ad Andrea Sola sulle pratiche educative libertarie a cura di Graziella Pesce per awakeningzone.com

L’intervista, andata in onda sulla web radio Awakeningzone, tratta dell’esperienza dei laboratori di narrazione per immagini “Il gesto e la parola” e della pratica della educazione libera ed autogestita.

A proposito dell’appello di Lorenzoni sull’uso degli strumenti multimediali nella scuola primaria, di Andrea Sola

L’appello di Lorenzoni  e la sua rivendicazione della difesa di un rapporto autentico con il reale è certamente sacrosanto e condivisibile perché mette il dito nella piaga della duplice sopraffazione dell’infanzia da parte del mercato e della sua dilagante dipendenza dalle immagini virtuali. Il problema su cui però vorrei fermare l’attenzione è quello che riguarda le possibili forme di intervento concreto che potremmo avere a disposizione per contrastare questa dilagante barbarie in cui è travolta la relazione educativa.

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E’ uscito il n. 14 della rivista “Gli Asini”

 

“Gli asini” numero 14, febbraio – marzo 2013

 

“Gli asini” numero 14, febbraio – marzo 2013

lottare per un nuovo welfare

Strumenti
Il mondo cambia di Marco Carsetti
Un nuovo ciclo di Marina Galati
Le persone reali di Sara Honegger
Per un nuovo welfare di Giovanni Zoppoli

I doveri dell’ospitalità
Walter Benjamin come educatore
di Francesco Cappa e Martino Negri

Film: Educazione e religione
Il senso dell’esperienza religiosa di Giancarlo Gaeta
incontro con Luigi Monti
I mali della chiesa cattolica di Vinicio Albanesi
Quel che resta dei cattolici di Marco Marzano
Come si forma un prete di Laura Badaracchi
Le comunità di base di Beppe Manni
L’educazione con Comunione e Liberazione di Giorgio Morale
Doposcuola, oltre la scuola di Achille Rossi
Modello scout di Marilina Laforgia e Matteo Spano
Crossing di don Angelo Cupini, Orietta Ripamonti, Angelo Villa
incontro con Goffredo Fofi e Giacomo Pontremoli

Immagini
Le Petit Néant a cura di Miguel Angel Valdivia

Scenari 1
Le avventure dei giovani lettori di Fabio Pusterla
Le ragazze farfalle di Cagliari di Giulio Angioni
Dynamis, un teatro per adolescenti di Andrea De Magistris
Invecchia bene Ammaniti? di Nicola Villa

Scenari 2
Scritto nel carcere di Alberto Capitta
Le “piccole virtù” per Natalia Ginzburg di Sara Honegger
Elsa Morante come antidoto politico di Giacomo Pontremoli
Bambini nel futuro di Matteo Marchesini

Prezzo: 8.50 €

“Un’altra scuola è possibile” RASSEGNA VIDEO SULLE TEMATICHE DELLA SCUOLA E DELLA EDUCAZIONE

“Un’altra scuola è possibile”

 RASSEGNA VIDEO SULLE TEMATICHE DELLA SCUOLA E DELLA EDUCAZIONE 

alla Centrale Plip di Mestre e al Circolo Arci F.Trentin Baratto di Venezia

a cura di Andrea Sola

 

Su richiesta le proiezioni possono essere anche fatte  nelle scuole o in altre sedi nel resto d’Italia.

Lunedì 8 aprile  alle ore 18,15 al Circolo Arci  di Venezia

Martedì 9 aprile, ore 21 alla Centrale Plip di Mestre

Quando negli anni sessanta ancora si sperava che la scuola potesse cambiare.

Estratti da: Diario di un maestro di Vittorio De Seta e  I malestanti (2003) di C. Di Mambro, L. Mandrile, M. Venditti (un film sulla vita adulta dei protagonisti del Diario).

Il celebre film di Vittorio De Seta del 1972 in cui viene ripresa la vera esperienza scolastica di un maestro/attore in una borgata romana.

 

Lunedì 15 aprile  alle ore 18,15 al Circolo Arci  di Venezia

Martedì 16 aprile, ore 21 alla Centrale Plip di Mestre

Il movimento delle Scuole Democratiche in Israele. 

Dal 1985 in Israele sono nate numerosissime scuole autogestite basate sui principi libertari della rispetto del bambino, della libertà e della responsabilità individuale nell’apprendimento, della pratica della democrazia all’interno delle scuole. Lo Stato sta gradualmente accettando di finanziarle e soprattutto di portare queste esperienze all’interno delle scuole normali. E’ anche nata una facoltà universitaria in cui si studia questo modo di fare scuola.

 

Lunedì 22 aprile  alle ore 18,15 al Circolo Arci  di Venezia

Martedì 23 aprile, ore 21 alla Centrale Plip di Mestre

Il dottor Korkzac di Andrej Vajda ed estratti dalle sue trasmissioni radio.

Il grande maestro polacco vissuto tra le due guerre che ha fatto del profondo rispetto per il bambino la guida del suo agire, portando la sua scelta fino alle estreme conseguenze.

 

Lunedì 29 aprile  alle ore 18,15 al Circolo Arci  di Venezia

Martedì 30 aprile, ore 21 alla Centrale Plip di Mestre

La crisi degli adolescenti e la scuola superiore: problema insolubile?

Selezione di filmati sulla vita delle scuole superiori; l’esempio del Liceo Statale Autogestito di Parigi.

 

Su richiesta le proiezioni possono essere anche fatte  nelle scuole o in altre sedi.

 

 

La rassegna  si terrà alla Centrale Plip , via San Donà 195, Mestre (VE) e al Circolo Arci F.Trentin Baratto, Cannaregio 4008, Santa Sofia, Venezia

www.oltrescuola.org – email: infoeducareallaliberta.org – tel 3381376675

 

 

intervista a Carl Honorè: L’infanzia non è una corsa

 

Vorrei iniziare questo intervento con un’osservazione, ovvero che se c’è qualcosa che ho imparato quest’anno è che l’ironia suprema di pubblicare un libro che invita le persone a rallentare è che devi andare in giro a promuoverlo molto in fretta. Ultimamente mi sembra di passare la maggior parte del mio tempo a zigzagare di città in città, di studio televisivo in studio televisivo, di intervista in intervista, e di servire il libro in bocconcini molto piccoli. 

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IL GESTO E LA PAROLA Laboratori di narrazione per immagini

IL GESTO E LA PAROLA

Laboratori di narrazione per immagini

 (clicca qui per vedere le videostorie)

L’impostazione dei laboratori di narrazione per immagini consiste nel coniugare l’attività espressiva (la rappresentazione) di tipo estetico alla costruzione di una narrazione.  Il desiderio di fare, la tensione rappresentativa, il bisogno di espressione che è presente in maniera evidente in tutti i bambini ed anche, in forma più o meno latente, negli individui adulti, è il punto di partenza per un percorso  nel campo dell’espressività artistica e narrativa. Il laboratorio è il luogo in cui vengono offerti i mezzi, gli spazi e l’assistenza necessari per costruire liberamente  questa esperienza.

Si tratta di abbandonare la gabbia mentale che vuole il raggiungimento del risultato come il vero fine ultimo dell’operare: questa è in realtà una proiezione dello schema socialmente dominate nella società di mercato che vede nel prodotto il vero fine del lavoro, dello sforzo umano, e che viene fittiziamente esteso anche alle pratiche della espressività estetica.

Il centro dell’esperienza sta nel processo spontaneo della creazione, non nel raggiungimento di un risultato più o meno coerente con canoni estetici predeterminati. Non ci deve essere spazio per la presenza del fantasma dello sguardo adulto: tutte le forme di giudizio, di valutazione devono essere interne al gruppo , devono potersi autoregolare secondo le dinamiche che il gruppo stesso, a seconda della propria composizione, vorrà esprimere.

 

Le due dimensioni del racconto, quella narrativa e quella figurativa, sono fatte oggetto di una elaborazione finalizzata allo sviluppo delle potenzialità espressive e comunicative: il continuo rimando della elaborazione dal piano intellettivo (descrizione con parole) a quello sensitivo (descrizione con figure) e lo scambio dei punti di vista che comporterà, è il mezzo per un arricchimento di ciascuno dei due mezzi espressivi.

Una volta che avranno preso corpo attraverso la narrazione e la rappresentazione figurata, questi scenari diventano così un nuovo grande spazio aperto alla condivisione, il luogo in cui scambiare le diverse narrazioni e sul quale esercitare un nuovo senso della responsabilità: lo spazio di ognuno diventa componente indispensabile dello spazio comune.

 

I temi che possono essere adottati come campi della narrazione possono essere i più vari e di diverso genere, a seconda del contesto in cui si opera e della composizione degli attori: l’età, il tipo di gruppo, i tempi e le modalità del contesto in cui si opera.

Si può partire da racconti elaborati collettivamente o individualmente dagli stessi attori oppure stimolare la elaborazione di esperienze autobiografiche individuali scritte o narrate oralmente, oppure da materiali preesistenti come testi letterari od altro.

 

A titolo d’esempio, ecco alcune delle tematiche proponibili:

La descrizione della propria visione di sé, intesa come estrapolazione delle figure che connotano la propria soggettività più segreta, cioè del modo in cui ciascuno si autorappresenta: dai modi possibili di nominarsi, di descriversi in immagine, di vedersi nei propri rapporti con gli altri.

La individuazione dei luoghi e degli spazi che sono stati vissuti con maggiore senso d’appartenenza: in questo caso ad essere oggetto di autoriflessione sarà il loro ambiente di vita.

La ricerca delle forme della vita di relazione: ai ragazzi viene chiesto di individuare gli ambiti in cui più profondamente viene sentita l’importanza degli altri, le modalità delle relazioni significative di cui si sostanzia il loro vissuto.

La elaborazione in immagini di testi letterari o di  storie elaborate collettivamente, che comporta una  presa di coscienza dell’importanza della componente figurativa nella descrizione della realtà. Può essere il punto di partenza  per sperimentare la forza che può avere una visione “estetica” di un contenuto discorsivo e iniziare quindi a comprendere lo specifico apporto conoscitivo che le immagini danno ad un testo scritto.  In questo contesto la fase della “illustrazione”, che usualmente viene delegata all’intervento di un ulteriore autore,” l’illustratore del libro per ragazzi”, è svolta direttamente dai lettori/autori che sono chiamati in prima persona a dare corpo alle suggestioni visive che il testo sa evocare.

 

In questi laboratori viene impiegato regolarmente l’utilizzo di mezzi multimediali per la raccolta e la sistematizzazione dei materiali prodotti, che vengono opportunamente registrati e documentati con mezzi fotografici e video e montati in filmati che vengono riprodotti e distribuiti a tutti i partecipanti. La pratica della documentazione audio e video è funzionale all’intento di mettere al centro dell’interesse il percorso creativo: i partecipanti diventano così in prima persona  gli attori protagonisti di ciò che accade nello spazio del laboratorio.

La restituzione del percorso condotto da ciascun partecipante del gruppo sotto forma di materiale video è una forma di rafforzamento dell’identità attraverso il riconoscimento del proprio operato in un oggetto permanente che, al pari degli oggetti materiali effettivamente prodotti, entra a far parte del proprio bagaglio personale.

Inoltre la documentazione audio e video, permettendo la visibilità all’esterno delle esperienze condotte e quindi la loro socializzazione al di fuori dell’ambito del gruppo, è una forma di rafforzamento della legittimità del percorso creativo.

 

Il metodo operativo di questi laboratori consiste nel fornire l’opportunità di operare liberamente in contesti adeguati senza l’imposizione, esplicita od implicita, di schemi predeterminati di tipo estetico, compositivo o tecnico. Determinante, in questa impostazione è l’atteggiamento dell’operatore che deve spogliarsi di qualsiasi ruolo di guida (sentendosi anche implicitamente portatore di valori estetici precostituiti): la sua figura deve essere assolutamente neutra dal punto di vista del sapere e nello stesso tempo deve saper comunicare un atteggiamento di piena fiducia e di “servizio” nei confronti degli attori. All’atteggiamento  di guida e di valutatore deve sostituirsi quello di incoraggiatore: l’operatore deve saper comunicare la fiducia nell’operare della persona impegnata nello sforzo della creazione.

Intervista con Yaacov Hecht, fondatore della prima scuola democratica di Israele

YAACOV HECHT

Nel 1987 ha fondato la Scuola Democratica di Hadera, e ha coniato il termine di scuola democratica, che è oggi in uso in tutto il mondo.

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intervista a Drori, insegnante della scuola democratica di Hadera, Israele.

l’intervista è stata realizzata da Andrea Sola nel 2012

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Sette domande sull’educazione – prima parte

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